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Made in Italy che viene e che va: pomodori pelati ai giapponesi

Dopo i recenti Parmalat e Gancia, un altro leader di mercato come Ar Alimentari passa a Mitsubishi; ma ci sono anche marchi che tornano a casa…

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Non c’è solo la moda, anche il made in Italy alimentare è un settore più che appetibile ai grandi investitori esteri che, dopo i recenti Parmalat e Gancia, hanno messo le mani anche su Ar Alimentari, primo grande produttore italiano di pomodori pelati. Da oggi un business da 300 milioni di fatturato, di cui solo il 20% prodotto in Italia (30% per l’Inghilterra, il 20% in Germania, 10% in Africa, 8% Francia e in percentuale minore anche Grecia, Stati Uniti, Canada, Giappone, Austria e Sudamerica) sarà gestito dalla società anglonipponica Princes controllata dal gigante Mitsubishi.I pomodori pelati sono solo gli ultimi in ordine di tempo. Qualche settimana fa era stata la volta del prestigioso casa vinicola piemontese Gancia, finita nell’orbita della Russian Standard del magnate Roustam Tariko; senza dimenticare Parmalat, passata ai francesi di Lactalis. Ma la lista è lunga e comprende anche i formaggi Galbani e Locatelli, la pasta Buitoni, il dado Star, l’olio Bertolli e il cioccolato Perugina (solo per citarne alcuni).Ma non mancano anche marchi del made in Italy che tornano a essere italiani. Circa due anni fa è toccato ai panettoni Motta, riacquistati da Bauli, e all’olio Dante che dagli spagnoli di Sos sono tornati italiani con il gruppo Mataluni.