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Dall’Ue ecco il ‘Six pack’, rigore e sanzioni nella sorveglianza dei bilanci

In vigore dal 13 dicembre un pacchetto di misure che rivoluziona il Patto di Stabilità europeo e la vigilanza su conti e squilibri macroeconomici

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Un pacchetto di sei misure legislative per un maggior rigore nei bilanci dei Paesi dell’Eurozona e che prevede sanzioni più dure per chi non rispetta tali regolamenti. Entra in vigore oggi il ‘six pack’ che, ne è convinto il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, porterà a un “cambiamento radicale nel modo di fare sorveglianza economica e finanziaria” nei paesi europei. Si tratta del “maggior rafforzamento della governance economica dal lancio dell’Unione monetaria e fornisce una serie di strumenti di uso immediato per stabilizzare l’economia europea e prevenire nuove crisi”. Le nuove misure legislative rivedono in sostanza il Patto di stabilità, il veto di Londra alla modifica dei Trattati – ha precisato Rehn – non esonererà il Paese dalle più stringenti norme in materia finanziaria: “Se la Gran Bretagna voleva evitare che la City e i suoi servizi finanziari non venissero regolati, questo non succederà perché abbiamo imparato la lezione dalla crisi e la applicheremo anche al settore finanziario”.I sei provvedimenti. La struttura del provvedimento si articola in cinque regolamenti e una direttiva ed è la base del nuovo Trattato che dovrà essere firmato a marzo dai Paesi membri. In pratica, gli Stati che sforano i vincoli su deficit e debito rischiano sanzioni pesanti e semi-automatiche. Ecco, nel dettaglio, una scheda realizzata dall’agenzia Ansa sul contenuto del six pack:

PREVENZIONE RAFFORZATA. L’obiettivo è intervenire prima che i conti vadano fuori controllo. La Commissione Ue vigila sui conti e sulle politiche macroeconomiche, e può lanciare allarmi preventivi che gli Stati non possono più ignorare se non vogliono incorrere in multe.FOCUS SU DEBITO. Non più solo sanzioni per deficit eccessivo, per la prima volta c’è un riferimento numerico al taglio del debito: chi supera il rapporto debito-Pil oltre il 60%, deve ridurre l’eccesso di un ventesimo all’anno per evitare una procedura. C’è una fase di transizione di tre anni per chi è già sotto procedura per deficit eccessivo (24 Paesi tra cui l’Italia), per cui le sanzioni scatterebbero solo dal 2015.SANZIONI PIÙ EFFICACI. Scatteranno in modo quasi automatico: la Commissione propone al Consiglio di avviare la procedura, che può essere bloccata solo da un voto contrario di una maggioranza qualificata di Stati. Per chi non rispetta le regole (deficit sotto il 3% e debito sotto il 60%), la sanzione è un deposito dello 0,2% del Pil, che diventa multa se lo stato non corregge i conti nei tempi stabiliti.PREVENIRE E RIDURRE GLI SQUILIBRI. Una serie di indicatori, tra cui prezzi delle case, costo del lavoro, settore finanziario, competitività, daranno modo alla Commissione di monitorare eventuali squilibri macro-economici. E nasce anche una ‘procedura per squilibrio eccessivo’, che consente a Consiglio e Commissione di intervenire ad uno stadio iniziale del problema. Se il Paese non corregge gli squilibri, paga una multa dello 0,1% del pil. Ma deficit e surplus non sono equiparati.

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Olli Rehn