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EdTech: il mercato italiano supera i 2,8 miliardi di euro

In aumento il fatturato delle aziende che offrono soluzioni hardware e software a supporto della formazione. In crescita anche gli investimenti dei Venture Capitalist nelle startup EdTech nazionali

architecture-alternativo Credits: metamorworks/iStockPhoto

Cresce il mercato EdTech in Italia. Con un +26% sull’anno precedente, nel 2022 le aziende specializzate nell’offerta di soluzioni hardware e software a supporto della formazione ha superato i 2,8 miliardi di euro. Un trend positivo, evidenziato dall’Osservatorio EdTech della School of Management del Politecnico di Milano, per un mercato che nel 2023 arriverà a toccare i 142 miliardi di dollari a livello globale, registrando un’ulteriore crescita del 15,4%; ma che continuerà a crescere a un tasso medio del 13,6% fino al 2030.

Focus sul mercato globale EdTech

La fetta più grande del fatturato appartiene ai prodotti hardware (41% del totale), che predominano su soluzioni software e di contenuti. A livello geografico, il mercato principale è quello Nord-Americano, con il 36% del fatturato globale. Tuttavia, le prospettive di crescita più significative a breve e medio termine sembrano emergere dall’area Asia-Pacifico.

In Europa i mercati più grandi e consolidati sono il Regno Unito, la Francia e la Germania, sebbene negli ultimi anni sia stata registrata una buona crescita nel mercato spagnolo e italiano. In particolare, nella Penisola la maggior parte delle aziende attive nel settore EdTech offre soluzioni software (75%) in ambito educativo e i più grandi mercati di riferimento sono le scuole (54%) e le aziende (54%).

Crescono gli investimenti dei venture capitalist in Italia

Gli investimenti dei venture capitalist nel settore EdTech, dopo il boom nel biennio 2020-2021, si sono quasi dimezzati: da 20,8 miliardi di dollari nel 2021 a 10,6 miliardi nel 2022, un numero che – si precisa dall’Osservatorio – va comunque letto anche alla luce della riduzione globale degli investimenti Vc (-35% rispetto al 2021).

L’Italia si distingue come uno dei pochi Paesi in cui gli investimenti dei venture capitalist nel settore EdTech sono aumentati (+137,5% rispetto al 2021), sebbene questo sia anche riconducibile a un inferiore livello di partenza. Tra i trend che emergono dalle nuove startup del settore in Italia, la gamification dell’esperienza educativa risulta predominante, abbracciando non solo l’ambito didattico in scuole e università, ma anche i processi di formazione aziendali.

La formazione corporate in Italia

Benché la maggior parte del Top Management sia consapevole dell’importanza della formazione per il raggiungimento degli obiettivi strategici, solo il 35% delle organizzazioni integra formalmente i piani formativi nei piani strategici aziendali. 

Inoltre, dall’Osservatorio EdTech si delinea la necessità di un nuovo tipo di formazione, sempre più continua e integrata con la quotidianità della persona. Il digitale ricopre un ruolo chiave per abilitare questa trasformazione. Oggi, il canale del digitale è quello più utilizzato per erogare contenuti formativi e supera, seppur di poco, la tradizionale lezione d’aula.

Nel 2022 il 40% del budget della formazione è stato dedicato a forme di digital learning, equivalente a circa 480 mila euro per azienda. Il trend di investimento in digitale per il 2023 è previsto dalle aziende in crescita del 4,9%. Il digitale viene utilizzato principalmente a supporto della formazione obbligatoria, inclusi i temi legati alla sicurezza sul lavoro, e della formazione linguistica. Questi sono anche gli ambiti su cui il canale digitale si rivela più efficace.

“La flessibilità nell’erogare e fruire della formazione nei tempi e luoghi più adatti, la possibilità di coinvolgere un numero maggiore di utenti e l’efficienza, data dal contenimento dei costi e dall’ottimizzazione dei tempi, sono i maggiori benefici derivanti dall’adozione di soluzioni tecnologiche a supporto della formazione”, spiega Tommaso Agasisti, responsabile scientifico dell’Osservatorio EdTech. “La principale sfida da vincere è culturale e legata alla scarsa cultura digitale dell’organizzazione e la resistenza da parte delle persone. Per rendere la formazione più efficace grazie alla leva del digitale è necessario riprogettare in maniera strategica l’intero processo, sperimentare gli strumenti più adatti per l’apprendimento dello specifico contenuto formativo e coinvolgere le persone, in primis i formatori, in questo cambiamento”.