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Editoria, finanziamenti in base alle copie effettivamente vendute

Dopo la boccata d’ossigeno del governo, che ha portato da 47 a 120 milioni di euro i fondi, si studia un nuovo meccanismo per i contributi

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Vanno pensati nuovi meccanismi di finanziamento all’editoria. È il messaggio lanciato dal sottosegretario Paolo Peluffo che, da Pisa – in occasione dell’apertura al pubblico della Domus Mazziniana – ha annunciato che per i prossimi finanziamenti ci si orienterà sulle copie effettivamente vendute. “La valutazione del presidente del Consiglio e mia – ha affermato Peluffo – è che è necessario ripensare ai meccanismi per risparmi di spesa in linea con nuovi criteri di trasparenza del sistema e maggiore efficacia nel premiare chi industrialmente è riuscito a stare meglio sul mercato e quindi fa prodotti editoriali che vengono letti. Pur tuttavia ciò non poteva essere fatto con un taglio dell’80% – ha proseguito il sottosegretario – e quindi si è provveduto ad elevare il fondo di quest’anno a 120 milioni di euro (da 47 annunciati) che sono comunque 30 in meno rispetto ai costi di esercizio dell’anno scorso”. Sui contributi del 2013 in base ai costi di esercizio del 2012, Peluffo ha annunciato: “Per l’anno prossimo ci dovremmo muovere, ma se ne parlerà prima in Parlamento, verso una maggiore selettività dal punto di vista industriale aprendo le prospettive all’online”.L’aumento dei fondi stanziati all’editoria per il 2012 è stato accolto con soddisfazione dal segretario della Fnsi, Franco Siddi: “Avevamo valutato la necessità minima di 160 milioni; avevamo toccato il fondo, siamo in una fase di emergenza per tutti, quindi non possiamo dire che improvvisamente è il tempo della festa, ma cominciano a riapparire le condizioni perché da qui al 2014 quando, secondo la legge, dovranno entrare in vigore nuovi criteri e nuove missioni dell’intervento pubblico nell’editoria, non ci siano giornali costretti a chiudere per mancanza di ossigeno a causa di una valvola chiusa proprio dallo Stato”.

Da dove arrivano i nuovi fondi. I 73 milioni di euro aggiuntivi saranno stanziati per buona parte dal fondo emergenza della presidenza del Consiglio (il cosiddetto fondo Letta, ndr), dal quale arriveranno 50 milioni, gli altri 23 dal recupero di risorse da risparmi interni dell’amministrazione.