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Via della Seta, ecco perché bisogna fermare la Cina

Stop alla costruzione del corridoio ferroviario tra Budapest e Belgrado: aprirebbe a Pechino le porte dell’Europa

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Mamma, li cinesi. Una volta erano i turchi, oggi è Pechino lo spettro che dalle porte di Budapest minaccia l’Europa. Per questo l’Unione Europea ha deciso di bloccare “per accertamenti” la costruzione di 350 chilometri di ferrovia ad alta velocità tra Budapest e Belgrado (tre ore di percorrenza). Sarebbe, in pratica, l’ultimo pezzo continentale dell’antica Via della Seta, che la Cina punta a ripristinare per allargare la sua influenza in Europa. Un altro colpo da assorbire, dopo l’ira di Angela Merkel per l’assalto di Peugeot (controllata al 14% da DongFeng) a Opel.

Ad aggiudicarsi l’appalto da un miliardo e mezzo era stato un consorzio guidato da due aziende cinesi, abbastanza per permettere all’Ue di ficcare il naso. L’opera avrebbe permesso il collegamento con il porto del Pireo di Atene, “comprato” dalla Cina nel 2016 per 368,5 milioni di euro. Da allora, il porto è tornato a nuova vita aumentando traffico e occupazione. «Tutto sommato, l’arrivo di Cosco (questo il nome dell’azienda cinese protagonista dell’affare, ndr) al Pireo è stato uno sviluppo positivo. La mia unica preoccupazione riguardo alla cosiddetta “invasione cinese” è che non sia abbastanza massiccia. Il Governo dovrebbe offrire ai cinesi anche le ferrovie greche, al prezzo di 1 euro, a patto che loro si impegnino a collegare i porti di Patrasso e del Pireo al resto d’Europa attraverso ferrovie ad alta velocità», aveva detto in proposito il discusso ministro Varoukafis (come ricorda Linkiesta).

Così, l’Europa che rimprovera la chiusura di Trump si barrica contro la minaccia di Pechino. Per ritrovare l’unità, ai colossi del Continente serviva ancora una volta un nemico (come già accaduto nel settore delle macchine): la Cina è perfetta per incarnare questo ruolo.

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Container della cinese Cosco al porto del Pireo