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Verifiche fiscali per le aziende in perdita sistematica

La Guardia di Finanza è al lavoro per mettere a punto le liste delle imprese che saranno oggetto di una selezione prioritaria ai fini delle verifiche 2011

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Al via il censimento delle società italiane di media dimensione con volumi d’affari, ricavi o compensi fino a 100 milioni di euro. La Guardia di Finanza sta, infatti, mettendo a punto una lista delle imprese in perdita sistematica che, come prevede l’articolo 24 del decreto 78/2010, (recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), saranno oggetto di una selezione prioritaria ai fini delle verifiche fiscali.Come riporta il quotidiano ItaliaOggi i controlli saranno pianificati nel 2011, nel frattempo si stanno recuperando attraverso le camere di commercio, le informazioni contabili delle aziende che hanno chiuso sistematicamente in perdita. Gli esaminatori fiscali prenderanno in esame le imprese di media dimensione, ovvero le società con volume d’affari, ricavi o compensi tra i 7,5 e i 100 milioni di euro. Una realtà che, secondo Infocamere, è formata da 29.715 aziende di cui 4.359, il 14,6%, hanno chiuso con un utile negativo (dati 2008 e 2009). Infocamere, però, non considera i bilanci delle imprese redatti secondo standard Ias/Ifrs e quelli previsti per banche, assicurazioni, finanziarie e sim oltre a quelli dei consorzi costituiti del solo stato patrimoniale.Dalla lista della Guardia di Finanza compariranno solo le aziende con “perdita fiscale”, verranno escluse quindi quelle imprese in perdita civilistica che in funzione delle variazioni in aumento effettuate in Unico, si sono ritrovate con un utile fiscale. Non verranno conteggiate anche quelle aziende la cui perdita è causata da compensi agli amministratori e ai soci, in quanto la norma mira a colpire “presunti soggetti antieconomici” (il compenso a un protagonista di un’iniziativa imprenditoriale evidenzia comunque un risultato). Infine saranno escluse anche quelle aziende che a fronte di perdita deliberano aumenti di capitale a copertura, un segnale che il risultato negativo è dato da fattori contingenti piuttosto che da atteggiamenti evasivi.