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Unioncamere, nel 2015 procedure di fallimento in calo del 4,8%

Numeri positivi fanno sperare in una progressiva uscita dalla crisi, nonostante le differenze fra regioni e settori

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Nel 2015 il numero delle procedure fallimentari intentate è calato quasi del 5%: a confermarlo è Unioncamere, che sottolinea come il fenomeno del fallimento sia, in Italia, piuttosto limitato.

LE CIFRE. Tra gennaio e novembre 2015 sono state 12.583 le procedure fallimentari aperte da imprese italiane; il calo è pari al 4,8%: nello stesso periodo del 2014 i fallimenti erano stati 12.223. Negli ultimi quattro anni i numeri non erano mai stati così positivi: dei 6 milioni di imprese italiane sono attualmente poco più di due su mille le imprese che non ce la fanno, facendo del fallimento un fenomeno piuttosto limitato.

REGIONI A CONFRONTO. A soffrire di più sembra siano le imprese della Lombardia, con 2.633 procedure aperte nel periodo gennaio-novembre, seguita da Lazio (1.461) e Veneto (1.162); quest’ultime, insieme ad altre sette Regioni (Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, toscana, Umbria, Abruzzo e Molise) sono tra quelle che, quest’anno, hanno invece visto aumentare i fallimenti rispetto al 2014. Sempre in Lombardia si nota il più alto tasso di fallimenti rapportato al numero di imprese, con 2,8 nuove procedure ogni mille imprese, seguita da Toscana (2,5‰) e Veneto (2,4‰); in coda alla classifica, invece, le Regioni dove i fallimenti hanno inciso meno sul panorama delle imprese locali sono Basilicata (0,8‰), Valle d’Aosta (1,2‰) e Sardegna (1,3‰).

I SETTORI PIÙ ESPOSTI. Le aziende più a rischio sono quelle del settore del commercio: nel 2015 il 25,3% delle aziende fallite apparteneva a questo settore. Soffre anche l’edilizia (22,4%) e l’industria manifatturiera (21.1%), anche se, rispetto agli anni precedenti, queste due aree imprenditoriali hanno visto di fatto calare il numero di entità aziendali che dichiarano fallimento, rispettivamente dell’11,7% e del 10,3%. Il fenomeno delle procedure fallimentari ha invece inciso molto, nell’anno appena conclusosi, sulle aziende di trasporti e magazzinaggio, che vedono fallire 3,6 su mille entità appartenenti al settore; il rischio cresce anche nei servizi alle imprese (+9,3%) e nella ristorazione (+8,6%).

L’OPINIONE DI UNIONCAMERE. Resta il fatto che il calo delle procedure fallimentari, pur nelle sue innumerevoli sfaccettature, è per Unioncamere un segnale sicuramente positivo: per Ivan Lo Bello, il presidente dell’ente pubblico, il dato «ci conferma che il sistema produttivo italiano sta uscendo dalla grave crisi degli ultimi anni. Quello di quest’anno è infatti, sul fronte dei fallimenti, il risultato migliore dall’inizio della crisi».