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Tasse e debiti frenano le imprese italiane
Un rapporto di R&S-Mediobanca insieme a Unioncamere e Confindustria evidenzia i problemi delle piccole e medie imprese del nostro Paese
Fisco e debiti. Sono le due zavorre principali che pesano sulle spalle delle imprese italiane. Le nostre aziende considerano troppo il credito come propulsore per l’attività economica rischiando così di esporsi eccessivamente al debito. E’ il quadro evidenziato dal rapporto di R&S-Mediobanca, realizzato in collaborazione con Unioncamere e Confindustria. “Il debito è dannoso perché indebolisce le imprese e quando è eccessivo espone le aziende al rischio dei tassi” sottolinea il presidente di Mediobanca, Renato Pagliaro. “In Italia consideriamo troppo il credito come un propulsore dell’attività economica”. Secondo il rappresentante di Piazzetta Cuccia all’estero “ci sono aziende meno indebitate”, anche se “in Italia ci sono imprese che prosperano senza far ricorso al debito”.
Tax rate italiana al 48%, Spagne e Germania al 25%Comparando il regime fiscale di tre Paesi (Italia, Germania e Spagna) si evidenzia come il trattamento per le medie imprese penalizzi soprattutto l’Italia con un tax rate al 48%, contro un risultato più omogeneo di Spagna e Germania dove si attesta al 25%. E come se non bastasse, proprio le medie imprese sono quelle maggiormente svantaggiate fiscalmente. Se si confrontano con quelle più grandi infatti “registriamo una penalizzazione delle prime sulle seconde di ben 11 punti percentuali”, ha spiegato il direttore di R&S, Gabriele Barbaresco: “Questo è dovuto dalla diversa fiscalità e dal cuneo fiscale”.Il tax rate delle medie imprese è al 36% (2008) contro il 24,5% delle società a maggiore capitalizzazione. Dal rapporto emerge infine che tra i tre Paesi presi in considerazione la media dimensione rappresenta una fascia di grande efficienza della manifattura, dove le imprese tedesche primeggiano per produttività (valore aggiunto netto per addetto pari a 59.600 euro, contro i 52.200 euro per l’Italia e i 47.600 euro per la Spagna), mentre quelle italiane e spagnole per la profittabilità (margine operativo netto sul valore aggiunto pari al 24% in Spagna, 23% in Italia e 20% in Germania). Da segnalare infine il costo del lavoro pro-capite che risulta più elevato in Germania con 46.700 euro per addetto contro 37.700 euro in Italia e 33.800 euro in Spagna.