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Ritardi e sprechi, a rischio oltre 312 miliardi di Fondi Ue
Dei 347 miliardi di euro che l’Unione europea ha messo a disposizione per il programma di sviluppo 2007-2013, solo il 10% è stato effettivamente utilizzato. Perché? Le risorse si perdono tra sprechi e crisi economica…
Finora solo alla Regione Campania è arrivato l’ordine di restituire i fondi, 720 mila euro, ricevuti per lo sviluppo e utilizzati impropriamente per finanziare un concreto del cantante inglese Elton John al festival di Piedigrotta (Napoli) nel settembre 2009. Ma l’elenco degli sprechi e dei fondi Ue utilizzati male è molto lungo e comprende anche grandi aziende come la Twinings che recentemente ha ottenuto 10 milioni di euro per un la costruzione di un impianto in Polonia: l’impianto è stato effettivamente costruito ma a discapito di 300 dipendenti inglesi che, con il trasferimento della produzione nell’est Europa, sono rimasti senza lavoro. Progetti mai realizzati e mai finiti che fanno parte di quel programma di fondi strutturali stanziato dall’Unione europea tra il 2007 e il 2013 che ammonta a 347 miliardi di euro e del quale finora è stato utilizzato (a volte male) solo il 10% del totale, circa 35 miliardi. E’ quanto sottolinea Il Sole 24 Ore che, riprendendo un’inchiesta congiunta tra Financial Times e Bureau of Investigative Journalism, ha puntato i riflettori sul problema legato ai fondi Ue per lo sviluppo. Con la crisi economica di Grecia e Irlanda, è arrivato il momento giusto, si legge sulle pagine del quotidiano economico, “per esaminare la situazione e valutare quanto siano efficaci e utili i fondi strutturali”. Dall’inchiesta sembrerebbe che i fondi siano utilizzati poco e male, ma a volte accade anche che questi siano controproducenti, “andando ad aggravare la situazione di crisi economica o arretratezza che intendono alleviare”.
Ma non si stratta solo di una questione di sprechi, spesso i finanziamenti non riescono a decollare per via del sistema di co-finanziamento. I regolamenti comunitari, infatti, prevedono che per ogni euro di Bruxelles via sia un euro finanziato dall’amministrazione locale e in un periodo di crisi economica dove l’Unione richiede diversi tagli, si arriva a una paralisi dei progetti. Certo, accade anche che alcuni Paesi che non vogliono perdere i finanziamenti (se non verranno utilizzati entro il 2015, questi verranno persi) si indebitino per far fronte al co-finanziamento, aumentando però il debito pubblico. “Un altro problema – si legge su Il Sole 24 Ore – è il fatto che fondi destinati alle Pmi sono invece finiti nelle casse di multinazionali come Ibm, Nokia Siemens, Fiat, Coca-Cola, British American Tobacco e persino McDonald’s”. A questo risponde il commissario alle Politiche regionali, Johannes Hahn, che si sottolinea come le grandi imprese creino posti di lavoro e che la Ue si trova a competere “a livello globale e intende evitare la de-industrializzazione dell’Europa”. Alla luce dei problemi rilevati dal Financial Times, la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica in vista di una radicale riforma, che preveda una migliore selezione delle priorità di spesa e la definizione di obiettivi precisi da raggiungere. Riforma, quindi, non smantellamento: perché, come sottolinea Hahn, i fondi strutturali sono “parte integrante del grande progetto europeo, dell’idea stessa di Europa”.