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Primo sì al Federalismo fiscale. Ecco le principali novità

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto attuativo del federalismo fiscale che prevede Iva territoriale, fondo di solidarietà, cancellazione di sei micro tasse e Irpef al 3%. Tremonti: “Il processo è quasi terminato”

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Primo, vero, passo avanti per il Federalismo fiscale. Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi il decreto attuativo sul federalismo riguardante i tributi delle regioni e i costi standard della sanità (scarica il decreto). “Oggi è una giornata molto importante per l’Italia” ha sottolineato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al termine del Cdm (durato circa mezzora) spiegando che il testo non è stato modificato durante la riunione. “È stato scelto un federalismo avanzato ma moderato e solidale. E questa è stata una scelta importante, perché consente al Nord, al Centro, al Sud, alla maggioranza e anche a parte dell’opposizione, di riconoscersi in questo provvedimento”. Ora il testo andrà all’esame della Conferenza Unificata e del Parlamento per poi tornare in Consiglio dei ministri per il via libera definitivo. “Il processo è quasi terminato” ha dichiarato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. “Oggi con questo Consiglio dei ministri abbiamo chiuso la fase fondamentale della definizione dei sette decreti” di attuazione del federalismo fiscale. Le Regioni potranno rifinanziarsi con l’Iva, che diventa territoriale. Circa il 45% del gettito complessivo sarà destinato alle Regioni. “Noi pensavamo che il federalismo regionale potesse essere invece basato sull’attribuzione di gettito di imposte dirette. Pensavamo – ha continuato Tremonti – che l’ipotesi dell’imposta diretta fosse più politica: se compri una lattina di coca cola paghi l’iva ma non pensi certo alla regione. Ma la richiesta delle regioni è stata l’iva, così abbiamo lasciato l’ipotesi delle imposte dirette”.Per quanto riguarda l’addizionale Irpef, invece, questa potrà salire in modo progressivo fino al 3% (0,9% allo Stato e 2,1% alle Regioni). L’aumento, però, non riguarderà le prima due fasce di reddito (dipendenti e pensionati). L’Irap non potrà essere ridotta se si è superato un aumento dello 0,5%. Gli aumenti inizieranno a partire dal 2013 e le Regioni potranno esercitarli in maniera progressiva, solo su alcuni scaglioni di reddito. Il primo aumento potrà essere dello 0,5% (nel 2013), poi dello 0,9% (nel 2014) e infine a regime, nel 2015, del 2,1%. Queste le principali novità approvate in Consiglio dei Ministri:

Il gettito Iva andrà, fino al 45%, alle Regioni. E’ stata accolta la richiesta delle stesse Regioni, la compartecipazione all’Iva sarà assegnata con criteri di territorialità che si baserà sui consumi nelle diverse regioni.

L’addizionale Irpef potrà salire progressivamente fino al 3% (0,9% l’aliquota generale e fino al 2,1% l’aumento possibile delle Regioni). E non si potrà ridurre l’Irap se si è superato un aumento dello 0,5%. Gli aumenti partiranno dal 2013 e le Regioni potranno esercitarli solo su alcuni scaglioni di reddito. Il primo aumento potrà essere dello 0,5% (nel 2013), poi dello 0,9% (nel 2014) e infine a regime, nel 2015, del 2,1% (3% complessivo). Verrà rideterminata con un decreto del presidente del Consiglio. Le regioni, a partire dal 2014 potranno ridurre l’Irap fino allo zero a patto che non abbiano aumentato l’addizionale Irpef oltre il 3%.

Verrà introdotto un meccanismo, probabilmente con la riforma fiscale, che renderà neutri gli aumenti dell’addizionale per i contribuenti. Una via potrebbe essere quella di alleggerire le aliquote ‘centrali’ all’aumento delle addizionali locali.

Per la definizione dei costi standard della sanità saranno probabilmente prese a modello tre regioni includendo oltre ad una ‘virtuosa’ anche una regione del Centro e una del Sud.

Arriva un fondo di solidarietà tra le regioni per il finanziamento integrale della sanità, dell’istruzione, dell’assistenza e del trasporto pubblico.

Dal 2014 eliminate sei micro tasse che finanziano le Regioni

Alle province: dalla Rc auto alla compartecipazione alla tassa di circolazione, fino all’accisa sulla benzina.

Scarica il testo del Decreto unico sul federalismo

Credits Images:

Giulio Tremonti