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Prezzi, la deflazione aiuta le famiglie povere

Con il rallentamento dell’inflazione nel 2014 è cambiato il potere d’acquisto: i nuclei meno abbienti hanno visto i prezzi abbassarsi dello 0,2% tra il primo e il quarto trimestre dell’anno scorso

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Dal rapporto Istat La misura dell’inflazione per classi di spesa delle famiglie emerge che la frenata dell’inflazione nel 2014 ha “ridistribuito” il potere d’acquisto : le famiglie con un minore livello di spesa hanno visto scendere i prezzi dello -0,2% – rispetto alla stima iniziale del +0,4% – mentre i gruppi “più abbienti” una variazione dal +0,5% al +0,3%.

Questo trend è dovuto alla contrazione dei prezzi di beni energetici e dei beni alimentari, il cui peso è raddoppiato sul bilancio dei nuclei familiari che “spendono meno” rispetto a quello delle famiglie con maggiore livello di spesa.

Nel periodo tra il 2012 e il 2014 l’inflazione per le famiglie con minor livello di spesa è scivolata dal 4,2% fino a 0, mentre per quelle con una spesa media mensile maggiore è scesa dal 2,9% al 0,4%.

«Gli andamenti dell’ultimo biennio», spiega l’Istat, «confermano come siano le famiglie con minore capacità di spesa a beneficiare maggiormente del rallentamento dell’inflazione, diversamente da quanto si verifica nelle fasi di accelerazione della crescita dei prezzi al consumo».

In generale tra il 2005 e il 2004, periodo in cui l’inflazione è stata oltre il 2% per cinque anni, l’indice dei prezzi al consumo di famiglie con spesa media più ridotta ha registrato un +21,8% contro il +18,2% riportato da nuclei con spesa più alta e il 19,3% dell’indice generale.

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© Peter Macdiarmid/ Getty Images