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Pil +3,7%: da droga e prostitute un aiuto ai conti pubblici

Dal ricalcolo dei dati del 2011 con i nuovi criteri che comprendono illegalità e sommerso, il rapporto col deficit scende a 3,5%

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Nuovo pil, vecchi problemi. Arrivano le cifre del ricalcolo del prodotto interno lordo ma non c’è la scossa nei conti che ci si poteva attendere. Si parte dal 2011: con il nuovo sistema di calciolo – previsto dal Sistema europeo dei conti nazionali (Sec 2010) – che comprende l’economia illegale e il sommerso, il dato di tre anni fa aumenta di 59 miliardi (+3,7%).

Si passa dunque da 1.579,9 a 1.638,9 miliardi. Migliora anche il rapporto deficit/pil dello 0,2% e scende al 3,5% e la pressione fiscale che cala dello 0,9% al 41,6%.

L’economia sommersa sarebbe valsa dunque 187 miliardi, l’11,5% del pil 2011 perso in lavoro nero e sottodichiarazioni. A questo dato, va aggiunto la cosiddetta economia “non osservata” (da attività illegali) per oltre 200 miliardi (12,4% del pil): 10,5 miliardi dallo spaccio di droga, 3,5 miliardi dallo sfruttamento della prostituzioni, 0,3 miliardi dal contrabbando di sigarette e 1,2 miliardi dall’indotto.

A gennaio la Commissione Ue aveva stimato una variazione del pil italiano compresa tra l’1 e il 2%. In Germania è stata del 3,4%, in Francia del 3,2% nel Regno Unito del 4,6%, negli Usa del 3,6%.

Si possono iniziare allora a fare i calcoli sulle cifre 2013 in vista del Def di ottobre. Ferma restando la rivalutazione del 3,7% del pil (1.560 miliardi), il rapporto col deficit scenderebbe dal 3,03% al 2,92% e il debito dal 132% al 127%.

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