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Per le imprese una tassa da 91 miliardi di euro entro fine anno

La denuncia della Cgia di Mestre: la somma è il totale di quanto dovranno versare al Fisco le aziende italiane nei prossimi due mesi

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Un “regalo di Natale” da 91 miliardi di euro. E’ quello che le imprese italiane dovranno fare al Fisco entro fine anno. Nel calcolo entrano: ritenute Irpef dei dipendenti, Iva, acconti Irpes, Ires e Irap, seconda rata Imu e Tasi. In totale 25 scadenze fiscali, una ogni due giorni.

A denunciarlo è la Cgia di Mestre: «Una pioggia di scadenze che potrebbe mettere in seria difficoltà moltissime piccole imprese a causa della cronica mancanza di liquidità», sottolinea il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi, «un periodo, quello di fine d’anno, molto delicato per le aziende: oltre all’impegno con il Fisco devono corrispondere anche le tredicesime ai propri dipendenti. E con il perdurare della crisi, questo impegno economico costituirà un vero e proprio stress test»:

QUANTE GABELLE. L’analisi della Cgia naviga nelle circa cento tasse tra addizionali, bolli, canoni, cedolare, concessioni, contributi, diritti, imposte, maggiorazioni, ritenute, sovraimposte, tasse e tributi. Con alcune davvero curiose: come l’addizionale regionale all’accisa sul gas naturale, l’imposta provinciale di trascrizione, l’imposta sulle riserve matematiche e le sovraimposte di confine sui gas, gli spiriti, i fiammiferi, i sacchetti di plastica non biodegradabili, la birra e gli oli minerali.

Provvedimenti di autentica fantasia e quasi inutili. Perché l’83% del gettito fiscale arriva dalle dieci “solite note”: Irpef, Iva, Ires, Irap, imposta sugli oli minerali, Imu, imposta sui tabacchi, addizionale Irpef regionale, ritenute sugli interessi e altri redditi da capitale e l’imposta sul lotto.

Quest’anno Stato e Regioni incasseranno 487,5 miliardi netti, più 216 miliardi di contributi sociali: per un totale da 704 miliardi di euro.

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