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Pechino dice basta alle immatricolazioni, settore dell’auto a picco

L’incertezza affonda i titoli in Borsa. I produttori si preparano a rivedere le stime di vendita e i piani di investimento nel primo mercato dell’auto al mondo

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Pechino sferra la sua offensiva contro il congestionamento del traffico cittadino. Come? Con una serie di misure anti-traffico che prevedono tra l’altro l’aumento delle tariffe di parcheggio e, soprattutto, la drastica riduzione delle nuove immatricolazioni di automobili. E quest’ultimo punto il più cocente. Nel 2011 il totale delle licenze assegnate a Pechino si fermerà a quota 240 mila, vale a dire circa un terzo del totale delle licenze assegnate nel 2010. Questa “svolta ambientalistica” della capitale cinese, preoccupa non poco il settore dell’auto. I costruttori delle quattro ruote – cinesi, ma non solo – temono che la riduzione delle immatricolazioni, soprattutto se estesa anche altre città del Sol Levante, li costringa a rivedere le stime di vendita e, persino, i piani di investimento in Cina, il principale mercato mondiale dell’auto.I titoli in BorsaL’annuncio delle nuove misure anti-traffico, arrivato venerdì, ha scatenato, fin da subito, un’ondata di pessimismo che ha travolto le Borse di tutto il mondo. Penalizzati i titoli dei costruttori cinesi, ma anche quelli delle case automobilistiche europee. L’indice Stoxx Europe del comparto ha perso quasi il 3,9%, trascinato in ribasso da Bmw (-6,4%), Volkswagen (-5,76%), Daimler (-4,6%) e Porsche (-4,9%). In calo anche Fiat (-3,4%) e Peugeot-Psa (-2,1%); solo Renault è riuscita a limitare i danni a un -0,65 per cento. Per il momento i costruttori giapponesi e americani sembrano non risentire del clima di sfiducia.

Posizione della CinaLuo Lei, vicesegretario generale della China Automotive Dealers Association, ha precisato che le vendite di nuove vetture nell’area di Pechino dovrebbero contrarsi di circa il 50%, superando di poco le 400 mila unità: alle 240 mila nuove immatricolazioni previste dovrebbero aggiungersi circa 160 mila unità di chi sostituisce un’auto vecchia con una nuova utilizzando la stessa targa.Intanto dalle case automobilistiche tedesco arrivano inviti a non drammatizzare la situazione, il timore è che la corsa al ribasso dei titoli non si arresti.