Business
Pagamento a tre giorni
La fattura è emessa il venerdì. Il pagamento richiesto il lunedì. È la condizione alla quale lavorano alcuni grandi nomi della consulenza strategica in tempo di crisi
A morire e pagare c’è sempre tempo» recita un proverbio molto amato dagli Italiani e nei secoli diligentemente applicato. È tornato con forza di moda (ma no: non era mai passato) in questi tempi di crisi. Le vendite e i fatturati crollano, le aziende devono tagliare i costi talvolta anche in maniera brutale, le banche non danno credito malgrado i miliardi che ricevono dallo Stato sotto forma di Tremonti bonds. Insomma: i soldi non ci sono e non si possono inventare. Così succede quello che tutti gli imprenditori grandi, piccoli, medi, sanno benissimo, in qualsiasi settore economico operino: nessuno paga. O per lo meno tutti cercano di rimandare il saldo delle fatture che ricevono il più in là possibile. In Italia l’abitudine di dilazionare a 90-120 giorni, diffusa quanto deprecata, è diventata ora un bel ricordo: c’è chi arriva a pagare a sei mesi, un anno. E chi tenta un sollecito, si sente rispondere: «Ci dispiace ma al momento non abbiamo disponibilità. Provvederemo appena possibile».E che cosa può fare il creditore esasperato? Alzare la voce? Mandare raccomandate intimidatorie? Ricorrere a decreti ingiuntivi? Fatica inutile: si rischia di buttare via tempo, di rovinarsi il fegato e di aprire anche lo sgradevole capitolo delle spese legali. Quindi non resta altro che seguire l’esempio: chi non riesce a incassare, non paga, o lo fa con biblico ritardo. È inevitabile. E così si crea un circolo vizioso che strangola il normale ciclo economico.Si può fare qualcosa? Francamente poco. Però c’è chi ha trovato un sistema: i grandi consulenti di impresa. Le aziende, quelle che riescono a non essere travolte dalla crisi, hanno bisogno di ristrutturarsi, di creare efficienze in determinati settori, di tentare nuove vie di business. E hanno bisogno dell’aiuto dei grandi nomi della consulenza strategica. Questi advisor costano cari: mediamente un team inviato in un’azienda è composto da quattro-cinque persone, fra senior e junior, a una tariffa compresa tra i 1.000 e i 1.500 euro al giorno ciascuno. Dunque il lavoro di una squadra può costare dai 4 mila ai 7.500 euro quotidiani. Per evitaredi incorrere anche loro nell’idiosincrasia a saldare i conti ormai dominante, i consulenti ogni venerdì prima di lasciare il lavoro presso il cliente di turno emettono la loro parcella settimanale. E pretendono che il lunedì mattina, quando ritornano, vengano esibiti gli estremi del bonifico effettuato. Altrimenti salutano e se ne vanno. Perché sanno che se incontrano difficoltà per una fattura da qualche migliaio di euro, dovranno patire le pene dell’inferno lasciando che il conto lieviti fino a centinaia di migliaia di euro.Insomma, siamo arrivati al punto che alcuni big della consulenza si comportano come le colf a ore: pretendono la paga settimanale. Questo ovviamente lo fanno con i clienti più deboli che non possono offrire contratti pluriennali e milionari, ma hanno assoluto bisogno di aiuto per risolvere qualche problema di business specifico. Quindi ancora una volta i piccoli imprenditori (cioè quasi tutta l’industria italiana) sono penalizzati.
Un po’ di numeri |
1.000/1.500 euro la tariffa giornaliera di ogni membro di un team di consulenza |
4 le persone che compongono di norma la squadra |
4.000/7.500 euro il costo di un giorno di lavoro di un team |