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Ocse: crisi o non crisi, cresce il divario ricchi-poveri
L’analisi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico: il 10% più ricco guadagna 9,6 volte quello che guadagna il 10% più povero
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Non è una questione di crisi. Il divario tra ricchi e poveri cresce sia in tempi di crescita economica che in recessione. In base agli ultimi dati dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il 10% più ricco della popolazione che guadagna 9,6 volte quel che guadagna il 10% più povero. Nei 34 Paesi membri Ocse, il divario di reddito ha raggiunto il massimo degli ultimi 30 anni; il gap maggiore tra ricchi e poveri si registra in Messico, Stati Uniti e Turchia, i più virtuosi Danimarca, la Slovenia, la Slovacchia e la Norvegia; l’Italia si trova nella parte bassa della classifica, ma non tra i 10 stati peggiori.
GAP RICCHI-POVERI PENALIZZA IL PIL. L’Organizzazione ha invitato i leader mondiali ad adottare politiche contro la polarizzazione tra ricchi e poveri, contro le differenze di genere e la concentrazione dei grandi patrimoni. Anche perché, in base allo studio, la disparità influisce negativamente sul Pil: l’aumento delle disuguaglianze tra gli stipendi dal 1985 al 2005 ha causato, tra i Paesi membri, un rallentamento della crescita complessiva, con una media di 4,7 punti percentuali in meno tra il 1990 e il 2010.
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