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Moscovici bacchetta l’Italia: è fonte di incertezza per tutta l’Eurozona

Il commissario Ue agli Affari monetari chiede al governo italiano “riforme strutturali vere e credibili e misure per la crescita”

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Dopo la bacchettata dell’Fmi (Fondo monetario internazionale), arriva anche quella dell’Europa. Il commissario Ue agli Affari monetari, Pierre Moscovici, infatti, ha ribadito che la situazione di stagnazione, se non di recessione, che sta vivendo l’Italia è preoccupante e fonte di incertezza, non solo per il Paese stesso ma per tutta l’Eurozona e che per questo “servono riforme strutturali vere e credibili e misure per la crescita. Il debito deve calare”. Anche il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, si è espresso in maniera negativa spiegando che se la nostra Penisola ha rallentato più di tutti gli altri Paesi Ue, la colpa è del Governo e delle sue decisioni di aumentare il deficit nella legge di bilancio del 2019, nonostante “tutti i consigli dati”. Il fatto che abbia poi corretto al ribasso gli obiettivi non è servito granché perché “i danni all’economia ormai erano stati fatti”. Alla luce di tutto ciò, la Commissione valuterà quali decisioni prendere nei confronti dell’Italia.

Anche Visco la pensa come Moscovici

Il “caso Italia”, insomma, è di grande attualità in questi giorni a Washington, dove sono in corso i lavori del Meeting dell’Fmi e della Banca mondiale e il G20. Anche il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è intervenuto ricordando che il nostro Paese, dal 2009 al 2014 ha vissuto “la crisi peggiore dal 1861 e non si è ancora completamente ripresa. L’economia è cresciuta dell’1% in meno l’anno rispetto agli altri Paesi europei”. Per questo servono, come sostenuto anche da Pierre Moscovici, “cambiamenti strutturali: investimenti in nuove tecnologie e in capitale umano” e occorre tenere “sotto controllo” il debito pubblico. Visco ha espresso, poi, perplessità per quota 100 e reddito di cittadinanza, perché potrebbero non aiutare la produttività.

Credits Images:

Pierre Moscovici  ©European Commission

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