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Mise, 160 tavoli di crisi aperti. Non ci sono solo Alitalia e Ilva

Fra le aziende in attesa di trovare una soluzione ai propri problemi non ci sono solo quelle che conquistano le prime pagine dei giornali

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In questi giorni l’attenzione del mondo del lavoro, e non solo, è concentrata sul caso Alitalia, su quello Ilva e su quello Whirlpool. Ma, in realtà, al ministero dello Sviluppo economico, al momento, sono ben 160 i tavoli di crisi aperti. Dopo l’accordo per la cessione della Honeywell di Atessa a Baomarc raggiunto lo scorso 5 agosto e l’intesa su Pernigotti per la reindustrializzazione del sito di Novi Ligure del 6 agosto c’è un certo ottimismo. Tuttavia, non bisogna dimenticare che molti dei casi in fase di trattazione sono delicati e complessi. A cominciare proprio da Alitalia, che fra l’altro non è tra le situazioni al tavolo di crisi ma è comunque seguita dal Mise: la riunione tra commissari e sindacati è stata rimandata a data da destinarsi, per cui non è certo che il termine del 15 settembre per la presentazione dell’offerta vincolante di Fs, Delta, Atlantia e Mef, e del piano industriale, sarà rispettato. La scadenza per conoscere il destino dell’ex Ilva di Taranto, è ancora più ravvicinata: l’azienda ha avvertito che se per il 6 settembre non si sarà risolta la questione dell’immunità penale inserita nel decreto legge Imprese fermerà tutto, mettendo a rischio 8.200 posti di lavoro diretti, senza considerare l’indotto.

Gli altri tavoli di crisi ancora aperti

Le incertezze non mancano nemmeno nel caso Whirlpool: durante l’ultimo incontro di luglio al Mise, i rappresentanti dell’azienda hanno presentato cinque differenti strategie per garantire la salvaguardia dello stabilimento di Napoli, poi Luigi Di Maio aveva promesso un decreto per permettere a Whirlpool di accedere a una decontribuzione e di avere sgravi fiscali sugli oneri relativi ai contratti di solidarietà, ma al momento non è stato fatto nulla. Fra le altre situazioni che il ministero dello Sviluppo economico dovrà risolvere nel breve periodo ci sono la questione dell’immunità penale, civile e amministrativa per ArcelorMittal, la proroga della cassa integrazione per la Blutec di Termini Imerese, il sostegno alla riduzione dei costi dell’energia per l’ex Alcoa di Portovesme e la stabilizzazione dei precari di Anpal servizi. E, ancora, Cmc, Invatec, Bekaert, La Perla, Mercatone Uno, Azienda Ferrosud, Jsw, Sider Alloys, Candy Hoover, solo per citare i principali nodi critici.