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Milleproroghe, maxiemendamento e fiducia alla Camera

Il provvedimento verrà votato presumibilmente venerdì mattina a Montecitorio per poi tornare in Senato. Per Tremonti le modifiche annunciate sono su “aggiunte fatte dal Parlamento, sono parti abbastanza marginali”

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Una corsa contro il tempo. Dopo le segnalazioni del presidente Giorgio Napolitano riguardanti la costituzionalità del testo Milleproroghe, il governo si è reso disponibile a modificare alcuni punti del provvedimento. Dopo le discussioni di questo pomeriggio e l’incontro tra i rappresentanti delle Commissioni bilancio e affari costituzionali di Montecitorio, il sottosegretario all’Economia, Alberto Giorgetti, ha preannunciato in Aula alla Camera che il governo predisporrà un maxiemendamento al decreto Milleproroghe sul quale porrà la questione di fiducia. In serata saranno presumibilmente presentati il nuovo testo e la richiesta formale di fiducia che dovrebbe essere votata giovedì sera, con voto finale sul provvedimento probabilmente nella mattina di venerdì. Il decreto sarà quindi trasferito al Senato che fra venerdì e sabato dovrà celermente esaminarlo ed approvarlo prima che il provvedimento decada il 27 febbraio.

Tremonti: Fiducia? Dipende da opposizione”In precedenza, nel corso del suo interevento agli Stati Generali di Roma, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, aveva sottolineato che la richiesta di fiducia sul decreto Milleproroghe sarebbe dipesa “dalla discussione con l’opposizione. Se ci sarà un emendamento unico o alternative dipende dai tempi che vuole occupare in Aula” aveva aggiunto il ministro che sulla possibilità di modifica di alcuni punti del testo aveva dichiarato: “Il decreto sarà migliorabile ma non addizionabile. La mia valutazione è che ci deve essere l’impegno da parte del governo e anche dal Parlamento a non deviare dallo schema del decreto, mettendo contenuti eterogenei”. Per quanto riguarda l’elenco di punti modificabili illustrato in Aula alla Camera, Tremonti ha precisato che su quei punti “può esserci un cambiamento. Vertono su aggiunte fatte dal Parlamento, sono parti abbastanza marginali”.