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Meno tasse sul lavoro: tutte le ipotesi della proposta Gentiloni

Si lavora alla riduzione dell’Irpef, in particolare per gli under 30. Ma non ci saranno regali dello Stato…

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Il governo Gentiloni punta a ridurre le tasse sul lavoro nel prossimo Def. Al momento sono due le opzioni sul tavolo dell’esecutivo per dare una scossa all’occupazione: un taglio del cuneo fiscale per tutti, oppure una importante decontribuzione per i neoassunti under 30. Una mossa per combattere la disoccupazione giovanile, stabilmente attorno a quota 40%.

Mentre sorridono i conti – 450 miliardi di entrate grazie all’impennata dell’Iva – sono tante le ipotesi al vaglio. Si parte dai numeri: ogni punto di cuneo fiscale tagliato ai dipendenti privati (11,7 milioni, dato 2015) costa 2,5 miliardi di euro all’anno. Tagliando il cuneo di cinque punti – oggi è al 33%, di cui 23,81% a carico delle aziende – bisognerebbe far fronte a un ammanco di oltre 12 miliardi. La prima ipotesi, quindi, è quella di un taglio generalizzato a fronte di un mix di interventi: lo Stato ridurrebbe le sue proposte e il lavoratore dovrebbe rinunciare a parte dei contributi – e quindi della pensione -, magari rimpinguandola con un trattamento integrativo (attraverso la destinazione del Tfr).

Diversamente, puntando solo sui giovani si potrebbe riproporre l’abbattimento della contribuzione previdenziale totale per un triennio a chi assume un under 30. Si tratterebbe di una “dote” decontributiva – ha spiegato Tommaso Nannicini, consigliere di Matteo Renzi: «Tipo per i primi 3 anni di lavoro a tempo indeterminato, fino a 35 anni». Questa idea potrebbe aggiungersi a una terza ipotesi al vaglio, la riduzione dell’Irpef «sulle nuove generazioni». Proposta nel 2011 da Filippo Taddei, ex responsabile economico del Pd, puntava a «doppia progressività, legata al reddito ma anche all’età, più sei giovane meno tasse paghi». Suggestiva in questo caso la copertura: «Ogni euro di sgravi che viene offerto ai giovani andrebbe compensato con un euro di aggravi sulle generazioni più anziane». Chi avrebbe il coraggio di dire no?