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Made in Italy, la Cina spaventa le imprese italiane
Nel 2010 segnali di ripresa per l’export italiano, ma gli imprenditori residenti all’estero che promuovono i nostri prodotti nutrono timori nei confronti del colosso asiatico. In crescita anche i mercati
L’export italiano riprende quota, ma gli imprenditori che esportano i prodotti Made in Italy all’estero sono preoccupati per i mercati emergenti, soprattutto per quello cinese. E’ il risultato dell’analisi condotta da Unioncamere e Assocameraestero su 24 mila imprenditori italiani residenti all’estero e presentata oggi a Parma nel corso della 19esima convention mondiale delle Camere di Commercio italiane nel mondo.Oltre la metà degli intervistati (52%) rileva nell’ultimo anno l’ingresso nello scenario internazionale di nuovi competitor delle produzioni italiane. In analogia con le competizioni sportive, costruendo una sorta di “medagliere” secondo il numero di preferenze ottenute, la Cina risulta essere il principale competitor emergente dell’Italia (venti ori sui 32 assegnati), specialmente per il Made in Italy tradizionale. Nella graduatoria, seguono Germania e Spagna, che mostrano una crescita della pressione competitiva in mercati strategici quali Brasile e Ungheria nel caso della Germania, Francia e Hong Kong nel caso della Spagna.Tuttavia le imprese italiane stanno comunque mostrando di essere pronte ad un rilancio sui mercati internazionali. Presentando i dati il viceministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, ha sottolineato che “L’export nel nostro Paese sta segnando nel 2010 una ripresa importante”. L’alimentazione è stato il settore che ha meglio resistito alla crisi all’interno della quattro A che caratterizzano il nostro export (alimentazione, automazione, abbigliamento e l’arredo). “Nello scorso anno c’è stato un calo del 6% – ha ammesso Urso – ma nei primi nove mesi del 2010 c’è stato un recupero, con un incremento del 10%”. I dati di tutto l’export italiano hanno invece segnato un calo del 22% ma c’è già stato un recupero di due terzi, del 14%. Segnali incoraggianti su cui si deve lavorare soprattutto per la tutela della tipicità, del Made in Italy. Su questo fronte un aiuto importante – ha ricordato Urso – arriverà dall’Unesco che “il prossimo 19 novembre conferirà alla dieta mediterranea il titolo di patrimonio dell’umanità. Per noi è la migliore certificazione possibile”.
Il medagliere dei primi 10 competitor emergenti delle imprese italiane | ||||||
Pos. | Paese | Continente | ORO | ARGENTO | BRONZO | Totale Medaglie |
1 | Cina | Asia e Oceania | 20 | 2 | 1 | 23 |
2 | Germania | Europa | 2 | 3 | 2 | 7 |
3 | Spagna | Europa | 2 | 0 | 1 | 3 |
4 | Brasile | Sud America | 1 | 5 | 2 | 8 |
5 | Corea del Sud | Asia e Oceania | 1 | 3 | 2 | 6 |
6 | Turchia | Europa | 1 | 2 | 1 | 4 |
7 | Cile | Sud America | 1 | 0 | 2 | 3 |
8 | Giappone | Asia e Oceania | 1 | 0 | 1 | 2 |
9 | Vietnam | Asia e Oceania | 1 | 0 | 0 | 1 |
10 | Polonia | Europa | 1 | 0 | 0 | 1 |