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L’aumento dell’Iva è un autogol. Parola di Confcommercio

Un ulteriore aumento dell’imposta sul valore aggiunto produrrebbe effetti drammatici nell’economia reale, aggravando la situazione delle famiglie, già colpite da cinque anni di continue riduzioni del reddito

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«Si faccia di tutto per non procedere, in automatico e a partire dal prossimo mese di ottobre, ad ulteriori inasprimenti delle aliquote Iva». A lanciare l’appello è Confcommercio all’indomani della conferma, da parte del viceministro dell’Economia Grilli, dell’ulteriore aumento (fino al 23%) dell’Iva a partire dal prossimo ottobre. Un vero e proprio autogol del governo, come lo definisce Confcommercio, secondo la quale questa misura, dopo l’aumento precedente dell’Iva (arrivata fino al 21%) i vari incrementi delle accise sui carburanti, il continuo innalzamento delle imposte sui tabacchi e la re-introduzione ed estensione delle imposte sugli immobili a qualsiasi titolo detenuti, contribuirebbe ad inasprire ulteriormente la pressione fiscale complessiva «con effetti drammatici nell’economia reale». «L’aumento dal 10% al 12% dell’aliquota ridotta (che interessa in particolare il comparto turistico) e quello, soprattutto, dal 21% al 23% dell’aliquota standard – sottolinea Confcommercio – comporteranno non solo la riduzione del volume dei consumi, il cui profilo evolutivo appare già oggi molto negativo, ma ridurranno anche il potere d’acquisto, i redditi percepiti e la ricchezza messa da parte dalle famiglie, già colpite da cinque anni di continue riduzioni del reddito disponibile».