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L’allarme di Unimpresa: “Con Basilea 3 si rischia una contrazione nei finanziamenti”

I nuovi parametri di capitalizzazione delle banche potrebbero erodere circa 22 miliardi al Prodotto interno lordo italiano; una perdita pari all’1,4% che verrebbe ricondotta all’inevitabile contrattura nel credito

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I nuovi parametri di Basilea 3 potrebbero comportare una caduta del Pil italiano di oltre 22 miliardi di euro (-1,4%). È l’allarme lanciato da Unimpresa che, in uno studio sul rapporto tra banche e imprese (in via di pubblicazione), calcola le ripercussioni sul mercato del credito e sulla crescita economica derivanti dall’entrata in vigore di Basilea 3, prevista per gennaio 2013. Secondo lo studio dell’organo di rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese – frutto di una elaborazione sulle analisi effettuate dagli economisti di alcune banche centrali del Vecchio continente e di alcuni istituti privati – il calo del Pil sarebbe “l’inevitabile conseguenza di un irrigidimento dei criteri di concessione dei finanziamenti alle imprese che peraltro già risentono dei contraccolpi della crisi finanziaria internazionale”. A marzo gli impieghi delle banche hanno registrato un’altra battuta d’arresto: il ritmo di crescita è calato all’1,16% dall’1,18% di febbraio. Calo ancora più evidente se si limita l’analisi ai soli prestiti a un anno: il ritmo di crescita è crollato allo 0,96% dall’1,65%. “Con Basilea 3 ci sarà l’ennesimo colpo per i più deboli”, sostiene il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, che invita il governo italiano a prendere in tempi rapidi una “dura posizione in sede europea affinché le autorità competenti valutino le opportune correzioni a un impianto regolatorio che, al momento, pare in grado di cagionare pericolosissime ripercussioni sulle aziende più piccole”. Le nuove regole per Basilea 3 saranno esaminate dall’Ecofin (la riunione dei ministri finanziari Ue) il prossimo 15 maggio, con l’obiettivo di cercare un ammorbidimento.

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Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa