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“Lactalis italiani”: le imprese che investono in Francia
Con 57 miliardi di dollari, la Francia è il 4° Paese al mondo per investimenti esteri diretti. Nel 2010, 54 progetti sono arrivati dall’Italia, investimenti che hanno consentito di mantenere o creare 2.400 posti di lavoro oltralpe. Ecco i principali interventi ‘made in Italy’
Investimenti Francia-Italia, la strada non è a senso unico. Ovviamente gli oltre 3,3 miliardi di euro che Lactalis investirà per acquistare la totalità delle azioni di Parmalat fanno notizia e, dopo Bulgari e la recente campagna italiana per una normativa anti-opa, fanno pensare a un sempre più maggiore controllo francese sulle nostre imprese. Ma gli investimenti prendono anche la strada opposta. L’agenzia francese per gli investimenti internazionali (Afii) ha calcolato che nel 2010 dei 508 progetti di investimento europei registrati in Francia (il Paese è il 4° mondo per investimenti esteri diretti, vedi tabella in basso), 54 sono portati da imprese italiane, progetti che consentiranno di mantenere o creare 2.400 posti di lavoro. E così si scopre che in un contesto internazionale contraddistinto da una ripresa fragile dell’attività economica, ci sono diverse imprese italiane che mantengono elevato il loro interesse per il mercato francese. Per il terzo anno consecutivo, infatti, l’Italia si colloca al secondo posto in Europa per numero di posti di lavoro creati o mantenuti (seconda solo alla Germania) e al terzo posto per numero di progetti, dal momento che le aziende del Regno Unito hanno realizzato un numero di interventi leggermente superiore (61 progetti contro 64).
Scheda, le imprese italiane che investono in Francia
Si tratta di progetti di investimento che riguardano la metà del territorio francese (13 regioni su 22), concentrati perlopiù nell’area dell’Ile-de-France (circa 25% del totale) e che provengono per circa 1/3 dalla Lombardia, ma riguardano anche altre Regioni italiane come Veneto (12,3%), il Piemonte (12,3%), l’Emilia-Romagna (12,3%) e il Lazio (10,5%). A confermare l’importante presenza storica delle industrie italiane nel territorio francese, l’Afii ricorda che le attività di produzione rappresentano la parte preponderante degli investimenti italiani in Francia (47%), mentre rappresentano rispettivamente soltanto il 35% e il 25% dei progetti tedeschi e inglesi. Seguono i centri decisionali (19%) e i servizi alle imprese (17%). Sul piano settoriale, invece, gli investimenti italiani sono caratterizzati dal predominio del settore industriale (2/3 dei progetti), cui seguono i servizi con il 21% degli interventi. Va sottolineata la forte avanzata dei settori farmaceutico e cosmetico, che rappresentano il 10% dei progetti contro il 3,5% del 2009. Come per gli anni precedenti, nel 2010 le imprese italiane hanno investito circa il doppio rispetto agli altri Paesi nel recupero delle aziende francesi in difficoltà (16% degli interventi). “Questi dati confermano la qualità e la solidità delle relazioni tra i due Paesi e testimoniano anche il dinamismo e la capacità reattiva degli imprenditori italiani – spiega Hervé Pottier, direttore dell’Afii – Accanto ai grandi gruppi italiani la cui presenza storica si va rafforzando, appaiono numerose imprese di dimensioni piccole o medie che trovano sul mercato francese uno spazio favorevole alla loro internazionalizzazione”.
L’internazionalizzazione dell’economia francese |
– Con 57 miliardi di dollari, la Francia è stata, nel 2010, il 4° paese ad aver accolto investimenti esteri diretti a livello mondiale, dopo gli Stati Uniti, la Cina e Hong-Kong (stime Cnuced, 2011);- La Francia è il secondo paese europeo ad aver accolto investimenti esteri creatori d’impiego (“Barometro della capacità attrattiva europea”, Ernst & Young, giugno 2010);- 42% ammontare degli investimenti esteri in Francia in rapporto al Pil, per l’Italia è il 19% (dati Cnuced, 2011)- Nel 2010, più di 20.000 aziende straniere erano presenti in Francia, con oltre 2 milioni di occupati (Insee). |