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Istat: potere d’acquisto in Italia mai così alto dal 2007
Aumenta il reddito disponibile ma, anziché spendere, le famiglie scelgono di mettere i soldi da parte: cresce la propensione al risparmio, ora a quota 9,5%
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Il potere d’acquisto delle famiglie italiane non è mai stato così alto dal 2007. A rilevarlo è il rapporto dell’Istat “Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società”: stando ai dati divulgati dall’istituto, che tiene conto anche dell’andamento dei prezzi, nel terzo trimestre del 2015 il potere di acquisto delle famiglie consumatrici è aumentato del +1,4% rispetto al trimestre precedente e del +1,3% sul terzo trimestre del 2014. Contestualmente è aumentato anche il reddito disponibile: per la precisione l’incremento è stato del +1,3% rispetto al trimestre precedente e del +1,5% rispetto allo stesso periodo del 2014. Questo tuttavia non ha portato a un’impennata dei consumi. Al contrario, l’Istat ha registrato una più elevata propensione al risparmio: la percentuale registrata è del 9,5%, per un incremento del +0,9% rispetto al trimestre precedente e del +0,3% rispetto al corrispondente trimestre del 2014. A incidere non sono solo la naturale propensione degli italiani al risparmio e la maggiore disponibilità di reddito, ma anche la più elevata pressione fiscale, pari al 41,4%.
GLI INVESTIMENTI CALANO. Quanto infine alla propensione agli investimenti, nel terzo trimestre 2015 si attesta sul 6%. Il dato è stato ricavato mettendo in rapporto gli investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici, che comprendono esclusivamente gli acquisti di abitazioni, e il reddito disponibile lordo. Sia rispetto al trimestre precedente sia al corrispettivo periodo 2014, si registra un calo del -0,1%. Non va meglio alle imprese: il tasso di investimento delle società non finanziarie è sceso al 18,8%, ossia di 0,3 punti percentuali in meno rispetto al periodo precedente e di 0,2 punti percentuali rispetto al 2014.
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