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Istat: il Pil potrebbe tornare a calare nel secondo trimestre 2019

I primi tre mesi dell’anno si erano chiusi con un +0,1%. Ma la questione debito rischia di frenare la crescita economica

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Secondo il Rapporto annuale dell’Istat, nel secondo trimestre del 2019 il Pil rischia di tornare a scendere. Eppure i primi tre mesi dell’anno si erano chiusi con un piccolo +0,1% e lo stesso Istituto di statistica solo un mese fa aveva previsto una crescita dello 0,3% nel 2019. Che cos’è successo? “Questa è una valutazione fatta alla luce delle informazioni più recenti disponibili. C’è un panorama internazionale in continuo movimento e nei nostri modelli teniamo conto anche di questo”, ha spiegato il presidente Gian Carlo Blangiardo. Con tutta probabilità, dunque, sulle ultime valutazioni ha inciso la questione debito pubblico e i conti in sospeso con l’Europa. Sicuramente rispetto al 2018 l’Italia ha “proseguito il percorso di riequilibrio dei conti pubblici”. Tuttavia, i progressi fatti “non sono stati sufficienti ad arrestare la dinamica del debito”. L’Istat, però, si dice ancora fiducioso per la seconda parte dell’anno: non è detto quindi che la stima fatta su base annua dello 0,3% non possa essere rispettata.

L’occupazione in Italia secondo l’Istat

Nel suo Rapporto, l’Istat scatta anche una fotografia aggiornata del mondo del lavoro. Ebbene, il 2018 è stato un anno con luci e ombre da questo punto di vista. Il livello dell’occupazione, infatti, è stato il più alto degli ultimi dieci anni, superando addirittura quello pre-crisi di 125 mila unità (+0,5% rispetto al 2008). Tuttavia, le posizioni lavorative sono più fragili. Lo dimostra il fatto che, rispetto al 2008, ci sono 876 mila occupati a tempo pieno in meno e quasi un milione e mezzo di part time involontario in più. Le difficoltà maggiori sono quelle che riguardano i giovani. Nella fascia d’età 15-34 anni, gli occupati sono passati dal 30,2% del 2008 al 22% del 2018. Inoltre, la quota di dipendenti a tempo indeterminato tra i giovani è scesa dal 61,4% del 2008 al 52,7% del 2018.