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Intesa governo-Parlamento: corsia preferenziale per le riforme

Prima di volare a Strasburgo per il vertice con Francia e Germania, Monti riceve l’ok da Schifani e Fini per un “iter veloce e condiviso” sugli interventi in materia economica: pensioni, Ici e sgravi fiscali alle imprese

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La rotta del nuovo governo Monti è sempre più definita: riavvicinare l’Italia all’Europa, non come Paese da assistere in tempo di crisi, ma come protagonista europea di una strategia comune contro una recessione ormai globale. Un nuovo ruolo che sembra essere condiviso anche dai vertici dell’Unione e, soprattutto, da Paesi inizialmente ‘scettici’ come Francia e Germania (vedere sorrisi del presidente Sarkozy rivolti al cancelliere Merkel) che iniziano a sentire sulla loro pelle gli effetti dei mercati finanziari (dopo i titoli di Stato greci, spagnoli e italiani, anche i titoli francesi e tedeschi iniziano a soffrire). Oggi il presidente del Consiglio sarà a Strasburgo in un vertice con Francia e Germania in cui, riferiscono all’Ansa fonti a lui vicine, intende porsi in una posizione di ‘mediatore’ tra Parigi e Berlino, salvaguardando da un lato l’attuale statuto della Bce (come chiede Berlino), dall’altro insistendo sui vantaggi che si avrebbero dall’introduzione degli eurobond. Al tempo stesso sarà inevitabile aggiornare Parigi e Berlino sulla situazione italiana che rimane comunque critica. A tal proposito Monti ha appena raggiunto un accordo con Renato Schifani e Gianfranco Fini, rispettivamente presidenti di Senato e Camera dei deputati affinché gli interventi di materia economica (compresa la riforma costituzionale sul principio del pareggio di bilancio) trovino “percorsi parlamentari agevoli, condivisi e veloci”; in pratica un’autostrada per le riforme.

Fra gli interventi in cima alla lista c’è l’annunciata reintroduzione dell’Ici, la cui assenza è per Monti “un’anomalia”. La reintroduzione dell’imposta comunale sugli immobili dovrebbe essere inglobata nella nuova Imu (imposta municipale) che, prevista per il 2014, potrebbe essere anticipata al 2012. Poi, prima degli interventi sul mercato del Lavoro, ci sarà un ritocco alla riforma delle pensioni con l’ipotesi di un passaggio per tutti i lavoratori al calcolo contributivo da gennaio, con l’introduzione del requisito flessibile 63-70 anni per il pensionamento. Infine l’attenzione sarà rivolta alle imprese che dovrebbero beneficiare di una riduzione dell’Irpef (proprio nelle ultime ore il governo ha apportato un taglio all’acconto di novembre). L’obiettivo è però una riforma complessiva che non arriverà prima dell’approvazione e dell’attuazione della delega fiscale e assistenziale.