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Inflazione: +0,1% a marzo. Ma è record per il debito pubblico

L’inflazione resta stabile a -0,1% su base annua. Il debito pubblico, invece, cresce di altri 3,3 miliardi toccando il picco massimo di 2.169,212 miliardi

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Rallenta (ma non sparisce) la crescita dell’inflazione su base mensile. Se infatti a febbraio 2015 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, era aumentata del +0,4%, a marzo la percentuale registrata dall’Istat si attesta sul +0,1%. Resta invece stabile a -0,1% il Nic rispetto al corrispettivo periodo 2014. A determinare la stabilità della flessione tendenziale contribuirebbero sia il ridimensionamento del calo dei prezzi energetici non regolamentati (-9% da -12,8% a febbraio) sia il rallentamento dei prezzi dei servizi, trasporti in primis (+0,5% da +1,4%). Per il resto, i prezzi dei prodotti comprati con maggior frequenza rimangono stabili su base annua, mentre su base mensile crescono del +0,4% a marzo rispetto a febbraio 2015. Scenario inverso per i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona: aumentano su base annua (+0,8%) mentre diminuiscono su base mensile (-2%). L’inflazione acquisita per il 2015 è di -0,1%.

Contestualmente, la Banca d’Italia ha reso noto che il debito pubblico italiano è salito a febbraio 2015 di ulteriori 3,3 miliardi, toccando il record storico di 2.169,212 miliardi. Finora il picco più alto, pari a 2.167,7 miliardi, era stato registrato a luglio 2014. Più nel dettaglio, nel primo bimestre 2015 le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 57,95 miliardi: una cifra sostanzialmente analoga a quella di 58,21 miliardi registrata nel primo bimestre 2014. Stando ai dati forniti da Banca Italia, a gennaio e febbraio 2015 la domanda delle imprese per investimenti fissi risulta invariata, così come quella per fusioni e acquisizioni. Cresce invece la domanda per scorte/capitale circolante e ristrutturazione e rinegoziazione del debito. Bankitalia sottolinea come “nel primo trimestre 2015 sia proseguito l’allentamento dei criteri di offerta dei prestiti a imprese e famiglie. Il miglioramento delle politiche creditizie si è tradotto soprattutto in una ulteriore riduzione dei margini applicati alla media dei prestiti e, per le erogazioni alle imprese, in un lieve aumento dell’ammontare concesso. Secondo le valutazioni degli intermediari, la domanda di prestiti da parte delle imprese è rimasta invariata, quella delle famiglie è aumentata. Nel trimestre in corso la domanda di finanziamenti, sia delle imprese sia delle famiglie, si rafforzerebbe in misura significativa”.