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Industria italiana, segnali di ripresa… ma all’estero

Secondo l’Istat l’industria italiana torna a crescere, ma la ripresa è più accentuata fuori dall’Italia. Boom di investimenti in Romania e in Brasile, mentre nel nostro Paese arrivano segnali positivi dall’area delle telecomunicazioni, progettazione e ricerca e sviluppo. Scarica il rapporto

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Per le multinazionali italiane la ripresa è più forte all’estero. Dopo la profonda crisi del 2009 l’industria italiana segnala nel biennio 2010-2011 una ripresa dell’occupazione che, però, è più accentuata all’estero rispetto all’Italia. A registrare il nuovo trend è l’Istat nel rapporto Struttura, performance e comportamenti delle multinazionali italiane. Per l’istituto nazionale di statistica “la quota di multinazionali industriali che dichiarano un incremento dei livelli di attività produttive all’estero (38,4%) è nettamente superiore all’analoga quota registrata per le attività realizzate in Italia (21,6%)”. Va meglio per le attività che Istat definisce di supporto avanzato (telecomunicazioni, progettazione, ricerca e sviluppo), la cui crescita è lievemente più sostenuta in Italia (16,7%) rispetto all’estero (15,4%). Tra i principali benefici connessi alle controllate estere, le multinazionali segnalano soprattutto l’accesso a nuovi mercati e la disponibilità di servizi in loco per i clienti (77,3%), la logistica e la distribuzione (53,1%). Figura invece all’ultimo posto il costo del lavoro (42%).Le controllate all’estero nella manifattura (quasi 6.500 imprese) sono poco più della metà di quelle dei servizi non finanziari, ma il loro grado di internazionalizzazione è quattro volte superiore. I settori industriali più internazionalizzati sono l’estrazione di minerali, la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e di mezzi di trasporto. La presenza all’estero di attività manifatturiere a controllo italiano risulta particolarmente rilevante nella fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici (1.133 imprese che impiegano oltre 118 mila addetti, con un fatturato di 27,9 miliardi di euro, di cui 9,1 miliardi al netto degli acquisti di beni e servizi), nelle industrie tessili e dell’abbigliamento (713 imprese, oltre 94 mila addetti, 4,6 miliardi di fatturato, di cui 1,6 al netto di acquisti di beni e servizi), e nella fabbricazione dei mezzi di trasporto (202 imprese, oltre 80 mila addetti con un fatturato di 29,3 miliardi, di cui 4,6 al netto di acquisti di beni e servizi).I principali paesi dove investono le multinazionali che operano nell’industria sono: Romania (oltre 116 mila), Brasile (oltre 75 mila), Cina (oltre 66 mila) e Francia (quasi 57 mila). Diversamente, le affiliate italiane all’estero attive nei servizi sono presenti principalmente negli Stati Uniti (quasi 106 mila addetti), in Germania (quasi 66 mila), in Spagna (oltre 42 mila) e in Francia (circa 39 mila).

Scarica il rapporto Istat