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Imprese: le fatture tornano a essere pagate in tempi brevi

I protesti diminuiscono e le fatture vengono liquidate in poco più di due mesi. Ma la situazione non è uguale dappertutto e per tutti

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Dal mondo delle imprese arrivano nuovi segnali incoraggianti, che sembrano confermare quella ripresa già annunciata da altri indicatori, dal clima di fiducia al Prodotto interno lordo: nel 2017 le fatture tornano a essere saldate in tempi ragionevoli, e decisamente in netto anticipo rispetto al 2012 e al 2013, gli anni più bui. A dare una nuova iniezione di ottimismo per le sorti del nostro Paese sono i dati dell’Osservatorio sui protesti e pagamenti Cerved, secondo cui le nostre aziende da qualche tempo hanno minori difficoltà a incassare ed erogare pagamenti. Insomma stanno uscendo dalla crisi, come dimostrano le abitudini di pagamento più regolari e le condizioni finanziarie più equilibrate. Tra gennaio e marzo 2017, per ricevere il saldo di una fattura sono serviti in media 72,6 giorni rispetto ai quasi 75 dello stesso periodo dell’anno scorso e ai lunghissimi 80 giorni del 2012. Non solo: nei primi mesi del 2017, i giorni di ritardo nei pagamenti fra imprese hanno raggiunto il livello minimo degli ultimi cinque anni, la media è di due settimane, contro i 21 giorni del 2013. Se consideriamo l’intero anno, nel 2017 le imprese italiane hanno pagato i propri fornitori in 72 giorni, 11 in meno del 2012.

Bene le fatture, ma non per le piccole e medie imprese

Il secondo dato positivo riguarda il dimezzamento dei protesti, ossia dei mancati pagamenti da parte dei debitori: nel 2017 sono calati del 13% rispetto al 2016 e del 55% sul picco raggiunto nel 2013. Basti pensare che nel secondo trimestre 2017, si contavano 9.024 imprese protestate, il 9,8% meno rispetto allo stesso periodo del 2016 e un livello significativamente più basso di quello del 2007 (-38%). Non solo. Nel 2017 sono stati protestati 8 titoli ogni 10 mila assegni in circolazione, in calo rispetto ai 9 dell’anno precedente ai picchi di 17 toccati durante la fase più acuta della crisi. Merito dell’utilizzo sempre meno frequente di assegni e cambiali come strumento di pagamento. Tuttavia se i numeri sui pagamenti lasciano ben sperare, rimangono ancora molte criticità. Soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese (Pmi). Infatti, per loro, la questione “tempi” va all’inverso: rispetto alle grandi imprese, pagano notoriamente più velocemente ma incassano più lentamente. Non solo. Hanno anche problemi di accesso al credito e così faticano a trovare nuove opportunità di ricavi. Non bisogna dimenticare che il miglioramento sulle abitudini di pagamento non è uguale in tutto il territorio: al Sud e al Centro le cose vanno ancora male.

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