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Il Senato approva il ddl Anticorruzione, le novità

Pene più severe, white list per le imprese e una commissione di controllo sui fenomeni di corruzione nella Pa. Ora, non senza polemiche, il testo approda alla Camera

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Approvato al Senato il disegno di legge ‘Anticorruzione’, un provvedimento passato nella serata di mercoledì 15 giugno con 145 sì, 119 no e 3 astenuti che introduce una Commissione di controllo sui fenomeni di corruzione della pubblica amministrazione, estende a tutto il territorio nazionale la ‘white list’ delle imprese non condizionate dalla criminalità organizzata e inasprisce le pene. E così, dopo un lungo arresto in commissione il provvedimento è arrivato in Aula per la votazione. Annunciato come un provvedimento essenziale per dare un segnale di credibilità alla politica nei confronti della corruzione, il testo è stato ridotto a pochi articoli e lascia al governo la delega sulla incandidabilità e la ineleggibilità per chi ha sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Il ddl è stato contestato dall’opposizione la quale sostiene che materie del genere siano di stretta osservanza parlamentare e non possono essere delegate al potere esecutivo. Altro punto controverso dell’ attesa normativa anticorruzione nella Pubblica amministrazione riguarda la struttura che ha il compito di vigilanza e controllo. La settimana scorsa su questo punto la maggioranza è caduta per ben due volte e solo oggi, dopo una trattativa tra il governo e il Pd, è stata approvata l’istituzione di una commissione per la “valutazione, la trasparenza e l’integrità” le cui funzioni di controllo sono separate dalla funzione esecutiva. Ecco le novità del provvedimento: Commissione di controllo. Le sue funzioni sono separate dalla funzione esecutiva che fa capo al dipartimento della funzione pubblica. Deve approvare il piano nazionale anticorruzione predisposto dalla funzione pubblica e riferisce al Parlamento sulla attività di contrasto presentando una relazione entro il 31 dicembre di ciascun anno.Elenco fornitori ‘puliti’. Si tratta di un elenco di fornitori e imprese subappaltatrici che non sono soggetti a rischi di inquinamento mafioso. Questa ‘white list’ è predisposta dalla prefettura e l’iscrizione in questo elenco è condizione essenziale per l’esercizio di qualsiasi impresa. Per ora la lista è in funzione già per gli appalti a L’Aquila e per l’Expo di Milano.Pene più severe. Per la corruzione si passa dalla pena minima di 6 mesi ad un anno e per la pena massima dai 3 anni ai 4 anni.