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Il mondo dell’Auto contro la manovra: comporterà raddoppio Ipt

Un appello congiunto delle Associazioni di categoria che giudicano l’inasprimento dell’Imposta provinciale di trascrizione come “un duro colpo per l’intera filiera automotive”, già colpita da altre disposizioni di “discutibile equità”

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Le Associazioni di categoria del settore automotive fanno fronte comune contro l’inasprimento dell’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) previsto dalla manovra correttiva (art.1 comma 12, scarica il testo), approvata la scorsa settimana in Senato e che dovrebbe venire approvata – senza modifiche – nei prossimi giorni a Montecitorio. Dopo aver inviato un appello prima che la finanziaria venisse approvata a Palazzo Madama, Anfia, Aniasa, Assilea, Federauto, Unasca e Unrae si sono rivolte alle Istituzioni attraverso un messaggio a pagamento pubblicato sui principali quotidiani. Secondo il settore dell’automotive, infatti, l’inasprimento dell’Ipt andrebbe a colpire duramente l’intera filiera dell’auto, “già pesantemente colpita da numerose disposizioni di discutibile equità” come “l’aumento delle accise sui carburanti, l’incremento della tassazione RCAuto e la recente introduzione del ‘superbollo’”. Con questa manovra, calcolano le associazioni, l’Ipt verrebbe raddoppiato: “a Milano, per esempio, un’auto da 77 kW che ora paga 181 euro di Ipt arriverà a pagarne 352. Una tegola per chi acquista un’auto nuova, che diventa u macigno per chi ne acquista una usata”. Le Associazioni invitano quindi a riflettere su una misura che, oltre a deprimere ulteriormente il mercato dell’auto, potrebbe risultare deleteria anche per le casse dello Stato: un’Ipt raddoppiata comporta meno vendite e, di conseguenza, minori entrate sul fronte dell’Iva, già diminuite di quasi 2 miliardi di euro rispetto al 2008”.

“E tutto questo a vantaggio delle Province, enti territoriali che il governo si è impegnato a sopprimere entro la fine della legislatura”. “Siamo pronti a sostenere con tutto il nostro impegno le iniziative destinate a far ripartire il Paese – concludono i sei presidenti di Anfia, Aniasa, Assilea, Federauto, Unasca e Unrae – ma ci attendiamo da parte Vostra un impegno altrettanto grande nell’individuazione di percorsi equi lungimiranti e condivisibili”.