Economia
Donne e finanza: l’88% ha difficoltà a gestire le proprie risorse
Secondo i dati dell’Osservatorio Flowe sull’educazione finanziaria delle donne in Italia, la relazione femminile con il denaro porta con sé ansia e preoccupazioni
Donne e finanza, il rapporto resta a dir poco complicato. Al 42% non interessa particolarmente il mondo finanziario, conoscerne gli strumenti, acquisire competenze e rimanere aggiornate sul tema, fatta eccezione per una buona parte (64%) di giovani tra i 25 e i 34 anni che si proclama piuttosto interessata. Quando si informano, lo fanno principalmente se mosse da esigenze specifiche, rivolgendosi quindi ad esperti come banche e agenzie specializzate. Sono alcuni dei dati che emergono dall’Osservatorio Flowe sull’educazione finanziaria delle donne in Italia.
Dall’indagine è stata “testata” anche la conoscenza delle donne in materia finanziaria: sugli strumenti esistenti, le donne hanno competenza basilare, ma quando si va più in profondità, ecco che si sentono le prime lacune: poche conoscono gli strumenti più evoluti, come azioni (30,7%), titoli di stato (28%) e microcredito (25,7%). Una “verifica” ulteriore sulla comprensione di tassi di interesse, inflazione, potere di acquisto e diversificazione del rischio e del rapporto rischio-rendimento ha evidenziato risultati discreti: nonostante la metà delle donne sappia mediamente come rispondere, una fetta non indifferente, più precisamente il 27%, ha ancora una conoscenza bassa o nulla.
Manca fiducia: in generale, il 60% delle donne non ne ha molta nelle proprie abilità di gestione delle finanze, seppur la sicurezza aumenti nelle più adulte (il 55% delle 35-44enni) e con figli (56%). Tutti questi fattori portano a vivere diversi ostacoli: la quasi totalità delle donne (88%) percepisce difficoltà da lievi a pesanti nella gestione dei soldi, con un aumento della gravità e profondità della preoccupazione nelle più giovani e, probabilmente, inesperte. Ad esempio, molte trovano difficoltoso fare progressi verso obiettivi finanziari (77%) e ritengono complesso rispettare un piano spese (66,3%).
Donne e finanza: un circolo vizioso che non consente l’indipendenza
Tutto questo alimenta un circolo vizioso in cui la donna non riesce ancora ad essere assoluta protagonista delle proprie finanze. Tale approccio al denaro e i comportamenti adottati che ne conseguono sembrano infatti essere piuttosto ansiosi e conservativi: le donne usano più spesso i contanti – anche se in molte riconoscono si intensificherà il trend dei pagamenti tramite app (52%) e carta di credito (47%) -, hanno un solo conto corrente (67%) a testimonianza di una minore dimestichezza e sicurezza nel differenziare e controllano spesso le proprie spese (il 64% lo fa settimanalmente).
Inoltre, stilare un budget è un’abitudine per la maggior parte delle donne (83%), che lo aggiornano con un orizzonte temporale mensile o settimanale, quindi principalmente per controllare entrate e uscite (e non per una pianificazione evoluta e a lungo termine); un’abitudine testimoniata dallo strumento scelto da oltre la metà, ovvero carta e penna. Strumento che, tuttavia, non consente alle donne di essere precise e di beneficiare di una pianificazione a breve e lungo termine che sia chiara e corretta.
Gestione del denaro: per le donne la prudenza non è mai troppa
Un freno nel rapporto tra donne e finanza si nota anche sull’assunzione di rischi: le donne si indebitano in piccola misura (vivendo eventuali debiti con maggiore ansia) e investono poco. Infatti, la metà delle donne non ha mai fatto un investimento e ben il 42% non si sente sicura della propria capacità e competenza per la gestione degli investimenti, oltre a non sconfinare nei territori più moderni: gli investimenti più nuovi o meno tradizionali, come le cripto e ETF, non sono la loro materia preferita (affrontati rispettivamente dal 7% e 12% delle donne).
Questa attitudine di attenzione e di stare sempre in guardia si riscontra soprattutto con l’avanzare dell’età e nelle donne che hanno figli, a testimonianza della tendenza ad avere tutto sotto controllo, anche nella sfera famigliare.
A tal proposito, infine, la gestione della famiglia da un punto di vista finanziario sembra essere ancora oggi una prerogativa più comune ai papà, almeno per quanto riguarda le spese più alte: infatti, tra i genitori che danno paghetta, alle mamme toccano le cifre più esigue (tra i 20 e i 50 euro), mentre i papà si occupano dei costi maggiori (dai 50 euro a salire).
Bassa educazione finanziaria e scarsa fiducia: per questo le donne delegano le decisioni
“Il basso livello di conoscenza e di interesse verso le tematiche finanziarie, uniti a una scarsa fiducia nelle proprie competenze finanziarie possono essere alla base della tendenza delle donne a fare affidamento principalmente ad altri nel prendere le proprie decisioni finanziarie. Se è vero che non sempre si può parlare di un atteggiamento di totale delega al proprio partner, per lo più ciò che accade è che la donna sia parzialmente coinvolta nel processo decisionale, processo in cui tuttavia la decisione finale viene presa dal partner stesso”, commenta Paola Iannello, docente di psicologia dell’Università Cattolica e coordinatrice del Laboratorio LIFE.
“Si instaura così una sorta di circolo vizioso in cui non sentendosi investita della responsabilità finale delle proprie decisioni finanziarie, la donna difficilmente è portata a sviluppare interesse verso le questioni finanziarie, piuttosto tende a disinteressarsene, a prendere le distanze da un ambito che sente lontano dalla propria sfera di competenza. Questi dati ci dicono che, purtroppo, la società in cui viviamo è ancora pregna di stereotipi che rendono difficile il connubio tra donne e denaro. Fin quando continuerà a passare il concetto che la gestione delle finanze sia un compito prettamente maschile, le donne avranno meno possibilità di imparare competenze essenziali e continueranno a svolgere ruoli marginali quando si parla di denaro”, conclude Iannello.
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