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Debito pubblico: pure i bebè ne hanno già 40 mila euro a testa
Fino al 4 marzo l’Istituto Bruno Leoni porta nelle stazioni di Milano e Roma un pannello luminoso con il conto aggiornato del debito pubblico italiano. Un’iniziativa per sensibilizzare sul tema, ritenuto il problema centrale dell’economia tricolore eppure poco menzionato in campagna elettorale
Quarantamila euro ciascuno, bambini inclusi. A tanto ammonta il debito pubblico italiano secondo quanto evidenziato dall’Istituto Bruno Leoni, fortemente impegnato nel sensibilizzare i cittadini della Penisola su questo problema centrale della nostra economia. Proprio a questo fine, fino al 4 marzo nelle stazioni di Milano Centrale, Roma Termini e Roma Tiburtina dei maxischermi mostreranno il valore di questo debito, aggiornato ogni tre secondi in base alle stime della Banca d’Italia e rielaborate da Ibl. Lo stesso contatore sarà anche disponibile sul sito ufficiale dell’Istituto.
«È il modo attraverso cui vogliamo contribuire alla campagna elettorale», fanno sapere da Ibl. «Proviamo a mettere, quotidianamente, sotto gli occhi di centinaia di migliaia di persone la questione attorno a cui dovrebbe ruotare l’intero dibattito politico e di cui, invece, i partiti preferiscono dimenticarsi. Certo, alcune forze politiche menzionano di sfuggita la montagna del debito pubblico nei loro programmi, per prometterne la riduzione se non addirittura “l’abbattimento”. Ma, mentre lo fanno, propongono più spesa e più deficit. Purtroppo la matematica non è un’opinione: per ridurre il debito bisogna tagliare la spesa e portare il Paese in una condizione di pareggio di bilancio strutturale».
L’iniziativa è viva anche sui social network, sui quali è stato lanciato l’hashtag #ognipromessaèdebito, gioco di parole per ricordare che, sottolineano dal Bruno Leoni, «ogni euro di maggiore debito, che si vada ad aggiungere agli oltre 2.280 miliardi già accumulati, è un euro di maggiori tasse domani. La consapevolezza che prima o poi il debito andrà ripagato è il principale vincolo alla crescita italiana, il più forte freno agli investimenti e la più pesante eredità per le generazioni future. Singolare che sia anche il tema più trascurato della campagna elettorale».