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Crisi, Napolitano: “Governo si assuma le sue responsabilità”

“Ciascuno faccia la sua parte”, invita il capo dello Stato che apprezza il lavoro propositivo delle imprese, ma è deluso per l’azione delle forze politiche. “Non posso tacere la mia angustia”

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Il presidente della Repubblica sa di ripetersi da ormai troppo tempo. Ma i suoi appelli all’unità d’intenti, all’agire comune per risolvere i problemi del debito pubblico e della crescita sono stati troppo spesso accantonati in favore della demagogia. E così, in occasione della consegna delle insegne ai Cavalieri dell’Ordine ‘Al Merito del Lavoro’ (nominati lo scorso giugno), Giorgio Napolitano si scusa per ripetere “il più semplice degli appelli”, ovvero “che ciascuno faccia la sua parte”. Nel suo intervento al Quirinale il capo dello Stato ha sottolineato l’importante lavoro propositivo delle imprese, che lo scorso 30 settembre hanno presentato ”Il progetto delle imprese per l’Italia” (e che ieri sono tornate a farsi sentire). “Ho tratto grande conforto dall’incontro di ieri con la rappresentanza direttiva dei Giovani Imprenditori di Confindustria – aggiunge Napolitano – per il loro slancio e per il coraggio delle loro idee. C’è davvero bisogno essenziale di questi apporti, e di quelli del mondo del lavoro”. Tuttavia anche la classe politica deve fare la sua parte, l’azione delle forze politiche, “innanzitutto il governo, la maggioranza di governo – sottolinea Napolitano – è decisiva” per la crescita. “Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti – continua –E’ un momento in cui si richiede una forte, netta assunzione di responsabilità: largamente condivisa, aggiungo, perché risulti più credibile, più garantita nella sua efficacia realizzativa. Non posso perciò tacere la mia angustia nel constatare che le condizioni politiche per questa più larga condivisione non si sono finora verificate”. La responsabilità, sottolinea il Presidente, è nei confronti dei partner e delle istituzioni europee, dei ceti popolari e delle forze lavoro, ma soprattutto dei giovani. “La questione della disoccupazione e della frustrazione giovanile dev’essere al centro delle nostre preoccupazioni : e parlo di preoccupazioni per la coesione sociale e anche per l’equilibrio democratico e per la convivenza civile”. “Serve lungimiranza”, conclude Napolitano, e non “il fuorviante condizionamento di calcoli elettorali” perché il rischio elezioni non c’è solo in Italia: “esiste in Europa, in Francia dove si voterà nel 2012, e in Germania dove si sono succedute elezioni regionali e si andrà successivamente alle elezioni generali, o negli Stati Uniti dove egualmente si tornerà a votare l’anno venturo. Si guardi con coraggio agli interessi comuni di più lungo termine, per l’unità dell’Europa, per lo sviluppo mondiale, per il futuro delle giovani generazioni”.