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Costruzioni, in Italia 600 cantieri fermi. La perdita è di 36 miliardi

Dall’inizio della crisi il comparto ha perso ben 120mila aziende e 620mila posti di lavoro. Se i lavori ripartissero, ci sarebbero 350mila posti in più

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Uno dei settori più colpiti dalla crisi è sicuramente quello dell’edilizia e delle costruzioni. L’ultima conferma arriva da uno studio della Filca Cisl, secondo cui dal 2009 a oggi il comparto ha perso ben 120mila aziende e 620mila posti di lavoro. Una perdita che ha avuto ripercussioni sull’intero Paese. Il valore dell’edilizia nel Pil nazionale è passato dall’11,5% del 2008 all’8% attuale e quello delle costruzioni dal 29% al 17%. E purtroppo, per il momento, non si intravedono grandi spiragli per il futuro. Basti pensare che al momento sono ben 600 le opere bloccate, fra piccoli e grandi cantieri. Un vero e proprio tesoretto sprecato: il valore totale, infatti, è di 36 miliardi di euro, che salgano addirittura a 125 se si calcolano le ricadute sull’intero sistema economico nazionale. Se si superasse l’impasse e si riuscisse a far ripartire i lavori, si potrebbero occupare circa 350mila persone in più. Anche alla luce di questi dati, il segretario generale della Filca Cisl, Franco Turri ha affermato che “La Tav va fatta, senza siamo fuori dall’Europa”. Per il 15 marzo è proclamato lo sciopero generale del settore. In quell’occasione a Roma si terrà una manifestazione.

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