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Confindustria passa ai fatti: 30 espulsioni per il pizzo

Arrivano i primi risultati della misura che prevede l’allontanamento degli imprenditori che si ‘piegano’ alle richieste della mafia. Lo Bello: “A Palermo sei tra espulsi e accompagnati nel percorso di denuncia”

L’associazione degli Industriali siciliana era stata chiara: chi non denuncia le richieste di pizzo verrà espulso da Confindustria. Dalle parole ai fatti. Finora sono 30 gli imprenditori che in Sicilia sono stati allontanati per non aver rispettato il codice etico che prevede la denuncia dell’industriale nel caso in cui abbia avuto richieste estorsive. “Nel capoluogo siciliano – ha affermato Ivan Lo Bello, presidente degli industriali siciliani – sono stati sei tra espulsi e ‘accompagnati’ nel percorso di denuncia. L’espulsione è inderogabile per l’imprenditore colluso, mentre cerchiamo di ‘accompagnare’ nel percorso di denuncia chi paga il pizzo”. L’unica impresa espulsa finora a Palermo è Aedila Venusta. “Noi ci muoviamo – ha puntualizzato Lo Bello – quando raggiungiamo la certezza che quell’impresa è coinvolta nel pagamento del pizzo o nell’organizzazione criminale”. Sul fronte delle denunce, a Palermo si è raggiunta quota trenta, mentre in Sicilia si è già a 150.