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ComoVenture, grandi imprenditori fanno scuola

Al via il primo investimento del fondo composto da 27 nomi dell’imprenditoria comasca legati a grandi realtà come Alitalia, Artsana, Bennet e la prestigiosa Villa d’Este. Un network imprenditoriale, una scuola per imparare a fare sistema, un’iniziativa da tener d’occhio…

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C’è Maurizio Traglio, il socio e consigliere della nuova Alitalia di Colaninno e a capo della holding Mpa che si occupa di servizi finanziari nei settori immobiliari, ristorazione e lusso; ma anche Michele Ratti, protagonista del successo del marchio di supermercati Bennet, e Michele Catellli che tramite Artsana controlla marchi noti come Chicco, Prenatal e Lycia. In tutto sono 27 e sono tutti imprenditori dell’area comasca che in tempo di crisi hanno deciso di unirsi e dare vita a un fondo di venture capital: ComoVenture per l’appunto. Al vertice del fondo c’è Traglio, diventato famoso in Italia anche per la gestione del marchio Coca-Cola, ma insieme a lui c’è tutta l’elite imprenditoriale della zona. Dai già citati Catelli e Ratti, a Lorenzo Orsenigo di Orsogril e a Jean Marc Droulers, presidente e ad della prestigiosa Villa d’Este sul lago di Como.

ComoVenture all’operaA dare notizia del primo investimento di ComoVenture, che ha siglato un accordo di partnership con TTVenture (fondo gestito dalla Fondamenta di Giuseppe Campanella), il Corriere della Sera: un investimento di circa 3 milioni di euro in Bionsil, uno spin-off dell’università degli Studi di Milano-Bicocca che sta sviluppando un kit per la diagnosi di farmaco-resistenza dei tumori del colon; fanno parte delle future linee di sviluppo anche gli inibitori farmacologici che potrebbero risensibilizzare i tumori ai trattamenti chemioterapici. Certo, l’investimento non è dei più onerosi, ma ciò che conta è che l’iniziativa di questo gruppo di imprenditori potrebbe rappresentare un primo tentativo di creare un network imprenditoriale, una sorta di scuola per imparare a fare sistema. Si tratta di “un tentativo – scrive il quotidiano – di dare dinamicità a un’area che ha sempre avuto un bel pedigree aziendale, ma storicamente non ha fatto molto sistema tanto che Como, nonostante i numeri, non ha mai contato né in politica, né dal punto di vista geo-imprenditoriale proprio a causa di una certa litigiosità sopra la media”. E chissà che questo tentativo di network imprenditoriale non possa essere seguito anche nel resto d’Italia dove le sacche di litigiosità non mancano