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Artigianato italiano: sempre meno i giovani, perse 170 mila imprese

In dieci anni la presenza di titolari 0ver 70 è crescita del 47%, mentre quella degli under 30 è in forte calo (-42%). Crisi Covid: solo il 50% conta su un rientro di fatturato entro il 2022

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Le imprese artigiane in Italia diminuiscono, la classe imprenditoriale invecchia ed è meno fiduciosa sul futuro. Ma gli artigiani 4.0 sono più ottimisti. Nonostante l’artigianato pesi per il 9,5% sul Pil e rappresenti il 21,2% delle imprese, il mestiere dell’artigiano rischia di attrarre sempre meno giovani: in dieci anni si sono perse 28 mila imprese di under 30, diminuite del 41,9% rispetto al 2011. Mentre sono cresciute del 47% le ditte individuali guidate dagli over 70, con punte che superano il 50% al Mezzogiorno. La difficoltà di ricambio generazionale potrebbe mettere a dura prova il futuro dell’imprenditoria artigiana che tra marzo 2021 e marzo 2011 ha già subito un calo complessivo di 170 mila unità (-11,7%) portando a 1,3 milioni il totale dell’imprese artigiane. Sono in particolare le ditte individuali, che rappresentano oltre l’80% del comparto, a registrare perdite maggiori (-12,1%). A livello regionale peggio fanno Abruzzo (-21%), Sardegna (-18%), Basilicata e Sicilia (che registrano entrambe – 17%). A darne evidenza è uno studio Unioncamere e InfoCamere sull’evoluzione delle imprese individuali artigiane negli ultimi 10 anni , sulla base di Movimprese, l’analisi statistica del Registro delle imprese delle Camere di Commercio.

Effetto Covid sulle imprese artigiane e l’importanza della digitalizzazione

Il Covid ha pesato ulteriormente su questa situazione. Nel 2020 il 70% delle imprese artigiane ha subito una riduzione di fatturato contro il 63% delle altre aziende. E anche sul futuro gli artigiani sono molto cauti. Solo il 54% prevede di recuperare i livelli produttivi entro il prossimo anno, una quota che scende addirittura al 46% per quelle realtà artigianali alle prese con problemi di passaggio generazionale. A rilevarlo è un’indagine del Centro Studi Tagliacarne secondo cui però gli investimenti in digitalizzazione e green fanno salire sensibilmente le prospettive di ripresa abbattendo le distanze con le altre imprese: il 63% degli artigiani che ha investito in digitale e il 58% che ha puntato sulla sostenibilità contano infatti di recuperare entro il 2022.

La qualità dei prodotti rimane comunque per l’artigianato un fattore essenziale di competizione: il 43% delle imprese artigiane punta esclusivamente su questa leva per battere la concorrenza, contro il 39% del resto delle altre imprese.