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Digitale terrestre, le tv locali vogliono altri 240 milioni per le frequenze

La richiesta per liberare le frequenze digitali già inserite nell’asta per la banda larga. A rischio 2,4 miliardi di euro

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2,4 miliardi di euro. È questa la cifra che il governo auspica di incassare dall’asta per le frequenze Lte (Long Term Evolution), quella per la banda larga mobile. Un’asta questa che, nonostante i ricavi siano già stati inseriti come entrate nelle legge di stabilità, non è affatto facile e scontata. Una parte delle frequenze in vendita, quelle oggi in mano alle tv locali (banda 800megahertz) e quelle del ministero della Difesa (1,8 e 2,6 gigahertz), sono infatti tutt’altro che disponibili. Le tv locali, ad esempio non sarebbero soddisfatte della cifra a loro destinata per rinunciare alle frequenze. Urge quindi un correttivo. Secondo indiscrezioni, pubblicate oggi da Milano Finanza, potrebbe essere presentato a giorni in Senato un emendamento al decreto legge Omnibus che raddoppierebbe il contributo stanziato per le emittenti locali, portandolo da 240 milioni a 480 milioni di euro. L’emendamento porterebbe la firma di Vincenzo Vita (Pd), Alessio Butti (Pdl) e Davide Caparini (Lega) e dovrà poi ricevere il via libera del ministero dell’Economia Giulio Tremonti.

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Giulio Tremonti

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