Business
5G: nulla sarà come prima
L’arrivo del 5G si appresta a rivoluzionare la realtà che conosciamo così come ogni modello di business. Ecco cosa ci aspetta e perché dobbiamo farci trovare pronti all’era della connected-economy. Anche se le criticità, secondo i manager italiani, non mancano
La rete 5G sarà il fattore abilitante dell’Internet delle cose. Entro il 2025 saranno collegati in rete oltre 75 miliardi di oggetti capaci di cooperare tra loro in modo intelligente e fornire dati per nuove funzioni e applicazioni, ma il 5G avrà anche un forte impatto sull’occupazione e in molti altri campi, come la robotica e l’intrattenimento. Secondo una ricerca condotta dall’Imperial College of London in media l’aumento del 10% nell’utilizzo della banda larga mobile genera un impatto sull’economia globale dallo 0,6 al 2,8%, vale a dire l’equivalente tra 500 miliardi di dollari e 2 trilioni di dollari. «L’industria delle telecomunicazioni ha ormai raggiunto ogni ambito delle nostre economie, delle società, della vita privata ed è uno dei fattori più rilevanti per la crescita economica e per l’uguaglianza che il mondo abbia mai avuto», ha detto Börje Ekholm, Ceo di Ericsson durante il suo intervento al World Economic Forum.
La nuova infrastruttura di rete mobile sarà in grado di cambiare diverse realtà industriali e settori produttivi, dall’automotive, alle smart city fino alla sanità. Operare un paziente con un robot a migliaia di chilometri di distanza, governare in modo automatico una flotta di droni che consegnano la pizza, sedersi su un taxi a guida autonoma saranno tutte cose possibili. Una rivoluzione dietro l’angolo visto che secondo l’ultimo Ericsson Mobility Report le sottoscrizioni raggiungeranno 1,5 miliardi entro cinque anni. Questo si tradurrà in una spinta economica che IHS Markit stima varrà 3,5 trilioni di dollari entro il 2035 e ben 22 milioni di nuovi posti di lavoro. Secondo Deloitte già quest’anno almeno 25 operatori a livello mondiale avvieranno il servizio e verranno venduti circa 1 milione di telefoni con rete 5G.
L’industria delle telecomunicazioni, dunque, è pronta a rendere disponibile la nuova infrastruttura di rete 5G, un salto quantico verso l’era dell’iper-connessione. A cambiare saranno molte cose, in primis la velocità di navigazione. Nominalmente una cella sarà in grado di viaggiare a 20 Gbps in download e 10 in upload, ma ovviamente l’utente singolo avrà prestazioni inferiori: secondo gli standard richiesti dall’International Telecommunication Union, però, non saranno meno di 100 Mbps per scaricare e 50 Mbps per caricare. Gran parte dei limiti di accesso alla banda larga dell’Italia e non solo verranno finalmente superati grazie alla nuova connettività mobile. Insomma un bene per gli utenti, ma soprattutto per l’economia globale. Il 5G, infatti, non è solo velocità, due altri parametri sono rilevanti: latenza di appena 4 millisecondi (praticamente zero) e stabilità della connessione anche a 500 Km/h. Mettendo insieme questi tre elementi si ottiene una super connessione mobile capace di collegare non solo gli utenti ma anche, e soprattutto, miliardi di oggetti. Dal punto di vista tecnico, questa tecnologia non prevede un semplice aggiornamento delle attuali reti radiomobili, ma obbliga gli operatori a riprogettare completamente l’infrastruttura di rete e a ripensare la tipologia e la qualità dei servizi offerti prima ancora che si sia costituita una concreta domanda per gli ambiti applicativi che devono utilizzarli. Una novità non trascurabile: questo è il primo sistema che riconosce l’impossibilità di una soluzione che vada bene per tutti gli scenari e integra la flessibilità di poter definire numerosi punti di lavoro che rappresentano soluzioni tecniche diverse, ciascuna ottimizzata per specifici domini applicativi. «Uno dei temi caldi dei prossimi anni è la diffusione della rete 5G su larga scala» afferma Andrea Laurenza, Partner Deloitte e responsabile italiano del settore TMT. «È la tecnologia di connessione del futuro, che porterà ad avere comunicazioni sempre più veloci e, soprattutto, favorirà la diffusione dell’IoT su larga scala. Anche se la curva di adozione potrebbe essere relativamente bassa nei prossimi 12-24 mesi, e anche se ci vorranno anni perché replichi la posizione dominante del 4G sul mercato, molti operatori di telecomunicazioni hanno un forte incentivo a investire oggi nella nuova rete per motivi di velocità, latenza, penetrazione e (specialmente) capacità».
Va detto, infatti, che un tale cambiamento di paradigma non solo richiede una visione strategica disruptive, ma anche investimenti importanti. Ne sanno qualcosa gli operatori di rete che accaparrarsi il diritto di accesso al nuovo eldorado hanno speso una cifra rilevante. L’asta delle frequenze 5G dello scorso ottobre ha portato nelle casse dello Stato ben 6,5 miliardi di euro, il 130% in più della base di gara, bene per l’erario un po’ meno per le Telco. Tim ha speso 2,407 miliardi aggiudicandosi uno dei due maxi-blocchi da 80 Mhz nella banda 3,7 Ghz, un blocco nella 26 GHz e due nella 700 MHz. Vodafone con 2,401 miliardi ha portato a casa due blocchi nella 700 MHz, l’altro maxi-blocco da 80Mhz nella 3,7 Ghz e 200 Mhz nella millimetrica. Acquisti minori ma rilevanti hanno coinvolto tutti gli operatori compreso Wind Tre, Iliad e Fastweb. Diversi addetti ai lavori hanno espresso qualche preoccupazione sulla cifra spesa dagli operatori italiani, ben superiore rispetto agli esiti delle aste nel Regno Unito e in Spagna. Anche per questa ragione il timore è che per far quadrare i conti ci possa essere un ricarico eccessivo sui consumatori, aziende e privati.
«Il settore delle telecomunicazioni non è come tutti gli altri: gestisce le infrastrutture più strategiche per un Paese nel ventunesimo secolo, cioè quelle che abilitano la quarta rivoluzione industriale, basata sul digitale pervasivo, l’internet delle cose, l’intelligenza artificiale, i Big data, il cloud, la blockchain», sostiene Andrea Rangone, Ceo del gruppo Digital360. «Ma il mercato dei servizi digitali finora è stato dominato dagli over-the-top, che hanno visto crescere in questi anni fatturato e margini. Le Telco, culturalmente lontane dalle tecnologie digitali, invece hanno faticato a ricoprire un ruolo rilevante in questi nuovi mercati. Questo ritardo, unito all’eccessiva pressione regolatoria e all’accesa competizione sui prezzi fra gli operatori, oggi mette a rischio la sostenibilità del settore, che ha visto ridurre i ricavi di circa il 30% negli ultimi dieci anni. È arrivato il momento di invertire la rotta: le Telco per sopravvivere devono cambiare», conclude Rangone. Il 5G d’altra parte non richiede investimenti solo da parte degli operatori, ma anche per chi dovrà utilizzare la rete, specialmente le imprese. In una recente indagine di Gartner il 66% delle aziende interviste ha dichiarato che investirà nel 5G, la grande maggioranza nella comunicazione IoT (59%), tuttavia l’analista Sylvain Fabre sottolinea che per massimizzare i vantaggi legati alla nuova infrastruttura di rete sono necessari anche investimenti in tecnologie collaterali come l’edge computing e il core network slicing. Sempre Gartner prevede che entro il 2022 oltre il 50% dei Comunication Service Provider non riusciranno a monetizzare la propria infrastruttura assorbendo i costi degli investimenti effettuati.
Le criticità non mancano, soprattutto in termini di know how, tuttavia non c’è dubbio che il 5G rappresenti un asset essenziale per lo sviluppo non solo dell’industria delle telecomunicazioni, ma anche per molti altri contesti operativi. Nel report Industry Impact on 5G, elaborato da Ericsson, si evince chiaramente che a beneficiare di questa nuova infrastruttura di rete mobile saranno in molti con ricavi che arriveranno nel 2026 a 1,3 trilioni di dollari. In pole position si trova il settore dell’energia e delle utility che della ricca torta potrebbe accaparrarsi il 19%, seguito dall’industria manifatturiera con il 18%, la pubblica sicurezza (13%), il comparto della salute (12%), e poi trasporti pubblici, media e intrattenimento, automotive, settore finanziario, retail e agricoltura. Facendo degli esempi concreti, pensiamo ai fornitori di luce, gas e acqua. Grazie al 5G avranno finalmente la possibilità di installare sensori su tutta la rete distributiva conscendo in tempo reale i reali consumi, ottimizzando quindi le risorse e riducendo gli sprechi. A San Diego e Barcellona, per esempio, già utilizzando la rete attuale, lampioni intelligenti si attivano solo quando passano persone o veicoli. Parlando di trasporti si può ipotizzare uno scenario suggestivo ma tutt’altro che remoto, il 5G potrebbe infatti contribuire a eliminare totalmente i semafori dalle strade. Secondo uno studio di Senseable City Lab del MIT, le automobili collegate alla rete mobile potranno comunicare tra loro e con le infrastrutture che li circondano, non avendo così più bisogno dei semafori per regolare il loro passaggio. Invece di fermarsi al rosso, ogni auto riceverà lo slot per il passaggio evitando ingorghi e incidenti. Il settore manifatturiero e in particolare l’Industria 4.0 hanno molto da guadagnare dal 5G perché sarà possibile ridisegnare completamente i processi e i cicli produttivi.
«Il 5G renderà possibile una rivoluzionaria innovazione nell’infrastruttura di rete e in tutte le tipologie di macchine intelligenti e connesse», sostiene Sandra Rivera, Senior Vice President e General Manager del Network Platform Group di Intel. «Oggi, stiamo lavorando con successo insieme ai nostri partner utilizzando architetture cloud per trasformare il network e dare forma all’intelligent edge, portando computing, elaborazione multimediale, intelligenza artificiale e analytics a essere più vicini ai dispositivi finali. Questa trasformazione apre opportunità rivoluzionarie per gli operatori di rete e i service provider, che potranno generare maggior valore dalle proprie reti con una classe completamente nuova di servizi per consumatori e aziende, impossibili con le precedenti architetture». Macchine dislocate in stabilimenti diversi saranno in grado di lavorare in maniera simultanea su processi concatenati anche se lontane migliaia di chilometri. Inoltre, la latenza e l’affidabilità del segnale permetteranno a tecnici dislocati in stabilimenti diversi di guidare senza rischi apparecchiature a distanza grazie all’ausilio di caschi a realtà aumentata. Analoghe possibilità si avranno nella sanità con una telemedicina finalmente efficace e potente. Abituiamoci, infine, anche a prendere confidenza con una pletora di droni postini sia via terra che via aria, pronti a consegnare cibi, medicinali, corrispondenza e molto altro. Le potenzialità offerte da questa rete mobile saranno quindi molte, capaci di stimolare nuovi modelli di business e nuovi servizi, grazie anche all’enorme quantità di dati che verranno generati. Qui giocherà un ruolo rilevante anche l’intelligenza artificiale e i sistemi evoluti di analisi.
Nulla accadrà però in modo automatico e neppure estremante rapido. I manager hanno bisogno di essere guidati per raccogliere queste opportunità. Secondo uno studio di Accenture presentato all’ultimo Mobile World Congress, per capire appieno le potenzialità del 5G e immaginare nuove applicazioni reali di utilizzo quotidiano, la maggioranza dei dirigenti italiani (69%, vs il 72% nel mondo) ha affermato di avere bisogno di un supporto ed è alle Telco che la metà dei top manager vorrebbe rivolgersi per progetti o collaborazioni (vs il 40% a livello mondiale). Tuttavia, il 54% (64% nel mondo) pensa anche che gli operatori delle tlc non conoscano in modo chiaro le opportunità di innovazione per i diversi mercati. «La realtà è che il 5G darà un forte impulso alla connettività e aprirà la strada a innovazioni che avranno un forte impatto sia a livello commerciale che per l’intera economia» afferma Michele Marrone, Communications, Media and Technology Lead for Italy di Accenture. «Basti pensare ai video in 3D, alla tv immersiva, alle auto autonome e alle smart city, che abiliteranno esperienze oggi difficili da immaginare. Saranno le Telco ad avere un ruolo fondamentale nel tradurre queste aspettative in realtà». Lo studio di Accenture ha fatto emergere anche i fattori che potrebbero rallentare l’adozione del 5G in Italia: la necessità di un investimento iniziale (per il 35% dei dirigenti in Italia); quella di integrare nuovi dipendenti (per il 33%); le possibili criticità legate alla sicurezza (per il 28%). Le difficoltà non fermeranno però questa innovazione che, unita all’avvio su larga scala di blockchain, A.I., cloud ed edge computing, cambierà il mondo in modo radicale.
Credits Images:© istockPhoto.com/jamesteohart