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Telecom, superpoteri per Bernabè. Luciani ‘congelato’

L’azienda avrà un capo forte che gli permetteranno di coordinare il lavoro del nuovo ad. Soddisfazione anche dall’esclusa Findim, mentre per il ruolo di direttore generale bisognerà aspettare

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Attese confermate per il management di Telecom. Con la nomina di Franco Bernabè a presidente esecutivo, l’azienda avrà un campo azienda forte, con ampie deleghe che gli permetteranno di coordinare anche il lavoro del neo amministratore delegato Marco Patuano. Il cda, nella sua prima riunione dopo la nomina da parte dell’assemblea, ha assegnato le deleghe e sono arrivati gli apprezzamenti dei soci, sia dentro che fuori il cda. La nomina soddisfa anche Findim, secondo azionista con circa il 5% (ma nemmeno un rappresentante nel board), che sottolinea come “la nomina di Bernabè è segno di un nuovo indirizzo verso l’indipendenza di Telecom e rappresenta per Findim un motivo di serenità, dal momento che il presidente sarà l’interlocutore privilegiato con cui dialogare sullo sviluppo della società”. Resta l’attesa per la riorganizzazione interna con la nomina di un direttore generale, ruolo per il quale era stato indicato Luca Luciani, numero uno di Tim Brasil. La nomina non spetta al cda e dunque non era all’ordine del giorno, senza contare che il manager è indagato dalla procura di Milano per la vicenda delle sim false e la sua promozione sarebbe, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, ‘congelata’.

Le nomine e i nuovi incarichi per i vertici Telecom

Per il direttore di Intesa SanPaolo e consigliere Telecom, Gaetano Miccichè, “si è aperto un nuovo triennio. Sono convinto che si possano raggiungere obiettivi importanti affinché si possa dare soddisfazione a tutti gli stake holder”. Anche per Findim il nuovo consiglio di amministrazione “esprime equilibri analoghi al precedente, dal momento che ai fini del controllo nulla è cambiato in quanto la lista di maggioranza è sempre la stessa” anche se conclude la sua nota con una stoccata: “ci dispiace tuttavia che i professionisti di elevato standing imprenditoriale che avevamo indicato non potranno dare il proprio contributo alla società e che siano invece state nominate persone con competenze più indirizzate verso gli obiettivi di governance”.

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Franco Bernabè