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Attualità

Napolitano per la riapertura del museo dell’auto di Torino

Il 19 marzo la cerimonia ufficiale con il capo dello Stato, poi l’apertura al pubblico prevista per il 20 marzo. Un museo tutto nuovo con più di 200 auto di 85 marche provenienti da otto paesi. Dalle vetture a vapore del 1769 la storia italiana e mondiale delle quattro ruote. Ecco un’anteprima…

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Una superficie espositivi di 19mila metri quadrati che conterrà più di 200 auto di 85 marche provenienti da otto paesi diversi. Dopo quattro anni di lavori di ristrutturazione il 20 marzo 2011 il museo dell’auto di Torino riaprirà al pubblico. Una riapertura tanto attesa che, per la cerimonia di inaugurazione (prevista per il 19 marzo), vedrà anche la presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ci saranno auto per tutti i gusti: dalle prime vetture a vapore del 1769 a quelle più recenti fino al 1996. Ci sarà la Cisitalia, antenata di tante auto italiane, e la Trabant, traballante auto popolare dei Paesi comunisti di oltre cortina. Non mancherà la storica Citroën ferro da stiro e la vecchia multipla degli anni del boom (guarda la photogallery). Nelle sale del museo dell’auto – ristrutturato e ampliato di 8mila metri quadrati per una spesa complessiva di 33 milioni di euro – si racconta la storia italiana e mondiale delle quattroruote. Ma si parla anche di sport e cultura nel percorso espositivo ideato da François Confino, lo stesso scenografo che ha messo la firma sul museo del cinema. E di auto del cinema, ma anche dello sport, parlerà il nuovo museo che presenterà vetture storiche di inestimabile valore come la Fiat con la sigla V.A. (Virginia Agnelli, mamma dell’Avvocato) che può valere fino a 1,5 milioni di euro, o l’Alfa 6C con giapponesi pronti a consegnare un assegno in bianco pur di averla.“Nel nuovo museo – ha spiegato il presidente, Giuseppe Alberto Zunino – la vettura diventa un oggetto straordinario in uno scenario suggestivo, ricreato dall’immaginazione di chi lo possiede: le auto della collezione vengono messe in scena e raccontano i grandi avvenimenti culturali e sociali del periodo. A ciò si aggiungono una scenografia sonora e una serie di effetti speciali che rendono l’esposizione emozionale e interattiva”.