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Silvian Heach, la modella scopre troppo il lato B e la pubblicità rischia la censura

Fanno discutere i mega cartelloni della casa di moda campana. E a Milano l’assessore al Decoro Urbano pensa alla revoca dell’autorizzazione

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Un grande manifesto con protagonista una giovane modella che indossa un abitino nero dallo scollo profondo e degli stivaletti alla caviglia. Sullo sfondo il Central Park di New York. Fin qui nulla di strano, una pubblicità come tante quella che promuove la nuova collezione donna del brand campano Silvian Heach. Non fosse per un particolare che già ha fatto gridare allo scandalo in molti. La ragazza in questione, mentre sorride all’obbiettivo, girata di spalle, alza il vestito fino ai fianchi, mostrando il sedere nudo. L’immagine, che insieme ad altre – più caste – compongono la nuova campagna pubblicitaria del marchio, è firmata dal fotografo americano Terry Richardson. Tante le voci già alzatesi contro la pubblicità: per alcuni è volgare e propone un’immagine femminile poco dignitosa, per altri semplicemente manca di fantasia.

La censura minacciata dall’assessore comunale al Decoro Urbano di MilanoPer Maurizio Cadeo, assessore comunale al Decoro Urbano di Milano, la pubblicità va censurata. «Intendiamo essere in prima linea nella battaglia contro gli stereotipi di genere e particolare sulle politiche femminili del nostro Paese, vigilando sopra ogni forma di comunicazione pubblicitaria che intenda svilire l’immagine della donna o ledere la sua dignità – dichiara Cadeo, che aggiunge come la sua iniziativa sia – in sintonia con quanto messo in campo dal ministero delle Pari Opportunità anche attraverso la stipula di un protocollo d’intesa tra il ministero stesso e lo Iap, Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria». In conclusione? Se lo Iap non darà parere favorevole, l’amministrazione comunale provvederà alla «revoca dell’autorizzazione»; insomma, il manifesto verrà strappato. Una censura, che con ogni probabilità sarà accolta senza troppo dispiacere dal brand incriminato, interessato forse solo a far parlare di sé. Dopotutto in pubblicità spesso non interessa come, basta che se ne parli.

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