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Balzelli d’Italia, l’inventiva fiscale è senza limiti – Capitolo 10

Non tutti sanno che…

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Le tasse si muovono con te. Gli automobilisti italiani sono tartassati da tasse e balzelli vari sui carburanti. Sapete che due terzi della cifra pagata per ogni rifornimento completo è in tasse? Ogni 10 euro di benzina pagate al distributore circa 7 euro derivano da tasse, tra accise ed Iva. È ormai nota la prima accisa che pesa sulla prezzo al litro del carburante: quella per la guerra di Abissinia del 1935 (irrisoria, ma ancora in vigore). Le imposizioni fiscali che pesano sulla benzina, tuttavia, non si fermano qui: c’è l’accisa per crisi di Suez nel 1956, quella per il disastro del Vajont nel 1963, l’alluvione di Firenze nel 1966, il terremoto nel Belice nel 1968, il terremoto del Friuli nel 1976, il terremoto in Irpinia nel 1980, la missione in Libano (1983) e molte altre ancora (vedi sotto, paragrafo 10) che rendono la benzina 0,25 euro più cara. Senza queste tasse gli automobilisti italiani pagherebbero circa il 50% in meno sul Gpl auto, il 65% in meno sul Gasolio e il 70% sulle Benzine. Nel capitolo 10 dei Balzelli d’Italia vi presentiamo le tasse in movimento. I balzelli vi seguono ovunque, sia che prendiate l’auto sia che decidiate di viaggiare in nave o in aereo.

CAPITOLO 9 – IL FISCO LUNARE

CAPITOLO 10 – TASSE SUL MOVIMENTO 1. La tassa per guidare. Anche il rilascio di patenti per l’autorizzazione alla guida dei veicoli è soggetta a tassa. 2. La passport tax. Al passaporto si deve applicare una marca da bollo, che è una tassa italiana e non serve se si viaggia verso un paese dell’area Schengen: può quindi esser controllata solo in Italia e se si parte verso un paese al di fuori dell’area Schengen. Insomma il bollo è una tassa e il non pagamento non può precludere l’espatrio ma dare luogo a una multa di un’ottantina di euro. 3. Rotaie da asporto. Con la risoluzione 30 marzo 1998, n.22/Edel Ministero delle Finanze è stato chiarito che, ai fini dell’imposta sul valore aggiunto, gli acquisti di rotaie e di traversine di cemento, pur incorporandosi nella costruzione, appaiono dotate di una propria individualità funzionale e vanno comunque tassate con l’IVA in quanto teoricamente asportabili. 4. La tassa sugli sbarchi. Esiste un’addizionale di 6 euro per passeggero imbarcato, da versare all’entrata del bilancio dello Stato, per la successiva riassegnazione, per la quota eccedente 30 milioni di euro (destinati ad un fondo delle Ministero Infrastrutture) ad un apposito fondo presso il Ministero dell’interno. Il 40% di tale fondo è destinato ai comuni, in proporzione diretta al numero dei passeggeri che risultano partiti dai singoli aeroporti, secondo i dati comunicati ufficialmente dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. La metà del gettito però affluisce al “Fondo speciale per il sostegno del reddito e dell’occupazione e della riconversione e riqualificazione del personale del settore del trasporto aereo”.5. Auto in acquisto. Su ogni acquisto di automobile incombe una grandinata di tasse. A pesare sulle nuove immatricolazioni è soprattutto l’imposta provinciale di trascrizione, che si aggira in media intorno ai 200 euro. All’imposta provinciale si aggiunge una lista infinita di altre tasse: l’imposta di bollo sulle formalità Pra, il costo della targa, i diritti del Dipartimento dei Trasporti terrestri, l’imposta di bollo sulle formalità del Dipartimento e i costi di esazione postale per le somme del Dipartimento. In una città come Milano, per un’auto di media cilindrata, si arriva così a circa 297 euro, di cui 196 per l’imposta provinciale. Niente a che vedere con gli appena 26,3 euro totali che fa pesare sulle immatricolazioni il fisco tedesco o i 71 euro del Regno Unito e il 151 dell’Austria. Le tasse sull’acquisto di un’auto nuova sono molto inferiori anche in Portogallo (86 euro per una vettura di media cilindrata) o in Spagna (69 euro). Anche nel caso di un passaggio di proprietà la situazione non migliora affatto. Nel caso di Milano l’imposta provinciale di trascrizione arriva addirittura a 246 euro, cui si aggiungono 20,92 euro di emolumenti Pra, 12,40 euro di diritti del Dipartimento dei Trasporti e 58,48 euro di imposta di bollo per l’autentica dell’atto di vendita. Il totale è così di 337,80 euro.6. Tasse sui voli aerei. Sono pari a 18.71 euro a passeggero così ripartite: controllo bagagli, 1.49 euro; iva su tasse, 1.11 euro; tassa comunale, 4.50 euro; tassa d’imbarco, 3.34 euro; tassa per i servizi al passeggero, 0.46 euro; tassa di sicurezza, 1.81 euro; crisis surcharge (carburante), 6.00 euro. 7. Tasse sulla targa. Incredibili gli oneri che gravano su una targa automobilistica: Emolumenti ACI 20,92 euro; Imposta di bollo per iscrizione al PRA; 29,24 euro Diritti MCTC 9.00 euro; Imposta di bollo per immatricolazione 29,24 euro; Costo targa: Il costo della targa nuova è stabilito dal Dipartimento dei Trasporti Terrestri. 8. Tre tasse in una. Si tratta dell’imposta relativa ai premi assicurativi incassati dalle imprese del settore e di due contributi introdotti, con fini specifici, dovuti anch’essi dalle società assicurative. In particolare, di questi ultimi, uno è destinato a ripagare le spese sostenute dal Servizio sanitario nazionale, dalle Regioni e da altri enti in seguito a incidenti con auto o natanti (articolo 334 del Dlgs 209/2005), l’altro è diretto al Fondo per le vittime delle richieste estorsive e dell’usura, ed è calcolato sugli importi relativi alle polizze stipulate per incendi, responsabilità civile diversi, auto rischi diversi e furto (articolo 18, comma 1, legge n. 44/1999). 9. La gabella sull’auto. Gli automobilisti italiani sono tartassati da tasse e balzelli vari sui carburanti. Due terzi della cifra pagata per ogni rifornimento completo è in tasse: ogni € 10,00 di benzina pagate al distributore circa € 7,00 derivano da tasse, tra accise ed Iva. Ogni centesimo di aumento sul carburante comporta un maggiore introito di circa 20 milioni di euro al mese per le casse dello Stato. Insomma senza le tasse gli automobilisti italiani pagherebbero meno 50% circa sul Gpl auto, meno 65% sul Gasolio e meno 70% sulle Benzine. 10. Benzina d’Abissinia. Dal 1935 al prelievo sulla benzina vengono annesse imposizioni fiscali per far fronte ad un impegno militare o ad un disastro civile. Troviamo la prima accisa sulla benzina di 1,90 lire nel 1935 per finanziare la guerra di Abissinia, quella di 14 lire per la crisi di Suez nel 1956, quella di 10 lire per il disastro del Vajont nel 1963, 10 lire per far fronte all’alluvione di Firenze nel 1966, le 10 lire per il terremoto nel Belice nel 1968, 99 lire per il terremoto del Friuli nel 1976, 75 lire per il terremoto in Irpinia nel 1980, 205 lire per la missione in Libano (1983), 22 lire per la missione in Bosnia nel 1996. La penultima accisa la ritroviamo nel 2003 per trovare i fondi necessari al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, circa 0,02 euro di accise addizionale sui carburanti. L’ultima accisa, decisa nel febbraio 2005, per finanziare il rinnovo degli autobus inquinanti nel trasporto pubblico. Ancora oggi nel fare benzina ben 0,25 euro sono pagate per questi motivi. 11. Regione che vai, tassa che trovi. Non basta, esiste anche l’IRAB, cioé la tassa regionale (facoltativa) sulla benzina, attualmente in vigore in Molise, Liguria, Piemonte, Campania e Marche. In più, ogni regione tassa la proprietà dell’auto, con importi anche molto salati, in base alla potenza ed ai (presunti) tassi di inquinamento. 12. La tassa sui camionisti. Licenze, concessioni ed autorizzazioni per l’autotrasporto merci pagano le relative tasse di concessione.

CAPITOLO 11 – LE TASSE FANTASMA