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Ipo: in Italia nel 2022 raccolta al +168%, ma il terzo trimestre è in calo
A livello globale, il numero di Ipo e la raccolta evidenziano una contrazione rispettivamente del 44% e del 57% anno su anno
Secondo i risultati dell’EY Global Ipo Trends Q3 2022, l’attività di Ipo (offerte pubbliche iniziali) sul mercato italiano nei primi nove mesi del 2022 ha registrato un totale di 19 Ipo con una raccolta di €1,4 miliardi, segnando un +168% rispetto ai € 500 milioni raccolti nello stesso periodo del 2021, con 21 Ipo. Tuttavia, tale crescita percentuale del valore è influenzata da due operazioni di importo significativo concluse nel primo semestre 2022. Guardando nello specifico al Q3 2022, trimestre solitamente scarso di operazioni, in Italia sono state registrate 7 Ipo, che hanno raccolto circa €100 milioni, in calo rispettivamente del 30% e del 73% rispetto al Q3 2021.
Guardando ai dati globali, nel 2022 ci sono state un totale di 992 Ipo che hanno raccolto proventi per US$146 miliardi, con una contrazione rispettivamente del 44% e del 57% anno su anno. La volatilità (media CBOE VIX) è aumentata dal 19,7 nel 2021 al 25,6 nell’inizio dell’anno in corso. Da inizio anno secondo i dati EY, il settore tecnologico ha registrato il maggior numero di operazioni, sebbene la dimensione media sia passata da US$ 261 a US$ 123 milioni su base annua. Il settore energetico ha altresì prevalso con un aumento dei proventi del 176%, trainato in gran parte da tre delle prime cinque operazioni globali del 2022, mente il settore dei prodotti di consumo ha assistito al calo maggiore della dimensione media delle operazioni (69%).
Il terzo trimestre del 2022 ha visto la raccolta delle SPAC (Special Purpose Acquisition Companies) più bassa dal terzo trimestre del 2016. Il mercato delle SPAC ha continuato a registrare questa tendenza anche nell’ultimo trimestre, con 17 operazioni, con una raccolta di US$ 0,9. Ciononostante, un numero record di SPAC sta attivamente cercando società target, anche perché, per la maggior parte di esse, è prevista la liquidazione nel corso del prossimo anno nel caso in cui non realizzino un’operazione di aggregazione.
Le principali economie e mercati finanziari in America ed in Emeia (Europe, Middle East, India and Africa) registrano un calo sia in termini di numero di operazioni completate, che di capitale raccolto. Le borse americane mostrano in generale il calo più netto, con 116 operazioni che hanno raccolto US$ 7,5 miliardi da inizio anno, una diminuzione del 94% dei proventi e del 72% dei volumi su base annua. In diretto contrasto con un anno da record nel 2021, l’attività Ipo nei mercati americani fino ad oggi è scesa al livello più basso degli ultimi 20 anni.
Anno su anno, l’attività di Ipo nell’area Emeia è diminuita rispettivamente del 50% e del 52% per numero e raccolta. Nel dettaglio, la riduzione della raccolta in Europa ha raggiunto il 76% e tale contrazione in Emeia è stata parzialmente mitigata dal Medio Oriente che ha mostrato una contro-tendenza, con un aumento della raccolta del 209%, nonostante una diminuzione del 51% del numero di operazioni. Questi Paesi sono stati infatti meno colpiti dall’inflazione e dalle questioni geopolitiche, come nell’area Asia-Pacifico in cui le operazioni hanno ottenuto risultati relativamente migliori, ospitando cinque delle prime 10 Ipo globali durante l’anno in corso. Dall’inizio del 2022 l’area Asia-Pacifico ha inoltre contribuito alla quota globale di Ipo e proventi rispettivamente per il 61% e il 69%. Tuttavia, anche in queste zone è stato registrato un calo su base annua del 25% per numero di operazioni e del 22% per dimensione dell’operazione.
L’aumento dell’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse stanno impattando il mercato azionario globale. Le tensioni geopolitiche e la pandemia da Covid-19, inoltre, hanno portato a una maggiore incertezza e volatilità del mercato. Tutti questi fattori stanno influenzando le attività sui mercati dei capitali di rischio nell’ultima parte del 2022.In America le Ipo in pipeline stanno aspettando la riapertura del mercato attesa per il prossimo anno, mentre in Emeia le difficili condizioni di mercato attualmente continuano a frenare le possibilità per le Ipo. In Asia Pacifico, infine, nonostante i depositi di richieste di Ipo alle Autorità competenti non sia aumentato, prosegue forte l’attività di preparazione delle aziende in vista del 2023.
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