Business
Imprese italiane: ottimismo in calo, il 56% prevede meno ricavi nel 2022
Secondo un report globale di Grant Thornton, nei primi sei mesi dell’anno le aziende del nostro Paese sono più pessimiste rispetto alla media internazionale. Non mancano gli investimenti in tecnologia (soprattutto cybersecurity)
Ottimismo in calo da parte delle aziende di tutto il mondo, comprese quelle italiane. È quanto emerge dall’ultimo International Business Report (IBR), analisi che il network di consulenza internazionale Grant Thornton effettua a livello globale sui dirigenti di oltre 2.500 imprese del mid-market. Nei primi sei mesi dell’anno, il report ha registrato un calo dell’ottimismo da parte delle aziende globali del 6% scendendo (dal 70% al 64%).
Sebbene la fiducia rimanga elevata rispetto ai livelli storici, le aziende del mid market sono consapevoli delle sfide che devono affrontare in questo particolare momento storico: il 63% cita l’incertezza economica come vincolo principale alla crescita, a cui seguono i costi dell’energia (62%) e il costo del lavoro (57%).
Un quadro di incertezza generale che, secondo Grant Thornton, riflette un clima di pessimismo sulle aspettative future delle imprese verso i fattori chiave della crescita economica quali fatturato, redditività e occupazione, che preannunciano un anno potenzialmente difficile per l’andamento del business. Per quanto riguarda la situazione italiana, l’ottimismo economico è sceso di 15 punti percentuali passando dal 63% del 2021 al 48% nel 2022.
Nonostante ciò, il desiderio delle imprese del mid market di espandersi a livello internazionale sembra inalterato. Le previsioni sulle esportazioni, infatti, rimangono sorprendentemente forti in un contesto di indebolimento del commercio globale, il 34% delle aziende italiane si aspetta una crescita dell’esportazione, che a livello globale si attesta al 44%. Allo stesso modo, il 42% prevede di aumentare sia le proprie entrate internazionali sia il numero di Paesi in cui estendere i propri affari, dato che nel in Italia rimane invariato al 2021 con il 33%. Sempre a livello globale il 58% delle aziende intervistate prevede un aumento delle entrate totali nei prossimi 12 mesi, mentre in Italia si arriva al 44% scendendo di 12 punti percentuali rispetto allo scorso anno (era al 56%).
Nonostante il periodo complesso e l’incertezza sul futuro, le aziende prese in esame dal report continuano a investire in tecnologia ancora una volta in cima alla lista con il 60% delle aziende che prevede di aumentare gli investimenti in quest’area nei prossimi 12 mesi, eguagliando il record stabilito lo scorso anno. Seguono gli investimenti in ricerca e sviluppo (55%) e competenze del personale (55%). In Italia in cima alla classifica degli investimenti troviamo il 44% nella cybersecurity seguiti dal 41% nell’IT strategy.
Relativamente alle performance delle diverse industries, spiccano tra i più ottimisti i settori Technology, media (il 71% degli operatori intervistati si è detto fiducioso sui prossimi 12 mesi), seguiti dal settore Banking con il 69% e dal Financial Services con il 68%, al contrario, tra i meno ottimisti i settori di Fornitura/utenze di elettricità, gas e acqua (lo è “solo” il 39% del comparto).
Credits Images:Image by Freepik