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Cdp: utile I semestre 2022 a 1,5 mld. In arrivo nuovi aiuti alle imprese
Nei primi sei mesi dell’anno il gruppo Cassa Depositi e Prestiti ha impegnato risorse per 11,5 miliardi di euro. Approvate nuove operazioni per oltre 4 miliardi di euro
Risultati economici in crescita per Cassa Depositi e Prestiti (CDP) che nel primo semestre 2022 ha registrato un utile netto pari a 1,5 miliardi di euro, 120 milioni di euro in più (il 9%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di un risultato raggiunto, si precisa in una nota del gruppo CDP, nonostante la riduzione dei proventi derivanti dalla gestione del portafoglio titoli. L’utile netto consolidato è pari a 3,7 miliardi (1,4 miliardi nel primo semestre 2021), un incremento riconducibile in gran parte al contributo di Eni (+1,7 miliardi rispetto al primo semestre 2021).
Nel semestre appena concluso, il Gruppo CDP ha impegnato risorse per circa 11,5 miliardi, in linea con gli 11,6 miliardi del primo semestre del 2021 e con un focus crescente su impieghi ad alto impatto per il Paese. L’attività del Gruppo, si aggiunge nella nota, ha consentito l’attivazione di investimenti per complessivi 28,5 miliardi di euro, con un effetto leva di 2,5 volte le risorse impegnate nel periodo.
“In un contesto internazionale che sta generando incertezza sulle prospettive di crescita a livello nazionale ed europeo, anche grazie ai risultati positivi di questo primo semestre CDP continua a garantire il suo sostegno al tessuto produttivo italiano”, dichiara il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini.
Il Cda di Cassa Depositi e Prestiti ha poi approvato nuove operazioni per oltre 4 miliardi, che comprendono finanziamenti, rinegoziazioni e risorse addizionali per i plafond a sostegno di territori e imprese. Di questi, 1 miliardo per finanziamenti a medio e lungo termine per le imprese colpite dal contesto geopolitico ed energetico connesso al conflitto in Ucraina. I destinatari dell’iniziativa sono le aziende di medie e grandi dimensioni che intraprendono nuovi programmi di investimento, nonostante negli ultimi sei mesi abbiano registrato una riduzione del fatturato, o dei margini, in conseguenza degli effetti indiretti della crisi e dell’aumento del costo delle materie prime.
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