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Demo Design Emotion hotel: scommessa vinta

L’originale struttura di Rimini è già un punto di riferimento per il settore alberghiero, perché riunisce le migliori proposte dei fornitori del comparto e opportunità di formazione in un hotel perfettamente funzionante

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«Appena arrivato al Demo, e dopo essere stato accolto come fossi la persona più importante al mondo, entro nella suite 3.7. È lì che inizia la vera magia. Più che una suite, la definirei un sogno dal vivo». Certo, un semplice commento su Booking non descrive a 360° una struttura alberghiera. Ma quando i giudizi dei clienti si ripetono entusiasti, uno dopo l’altro, significa che qualcosa di inusuale e affascinante c’è veramente. Ecco: il Demo Design Emotion è tra gli hotel più inusuali e affascinanti che ci siano. Anche se è riduttivo definirlo solamente hotel. È una grande passerella di circa mille metri quadrati dove sfilano architetti, fornitori di mobili, bagni, luci e tutto ciò che si può trovare all’interno di un albergo. È, a tutti gli effetti, un punto di riferimento per il settore dell’hotellerie.

Sorto a Rimini in una posizione strategica, sulle ceneri di una vecchia struttura ricettiva che non aveva più nulla da offrire, il Demo si affaccia sul litorale, in piena darsena. Ha aperto ad agosto 2021 ed è frutto di un’idea innovativa che non ha eguali. «Tutto è nato grazie al lavoro di Teamwork Hospitality, società di consulenza che opera nel mondo dell’ospitalità», afferma Piero Marini, consulente di Teamwork e ora host di Demo dopo una lunga esperienza nel settore, in cui ha rivestito anche il ruolo di direttore di hotel. «Su tutto il territorio nazionale facciamo formazione e consulenza per albergatori. In più organizziamo eventi dove mettiamo in contatto aziende fornitrici e professionisti. Queste non sono giornate espositive, ma veri e propri workshop formativi, in linea con la nostra attività di consulenza».

L’intuizione vincente risale a qualche anno fa, in concomitanza con un evento fortunato, Rooms, ideato da Teamwork Hospitality e realizzato in occasione di una manifestazione fieristica di settore. Il concept, sviluppato in due annate consecutive nel 2018 e nel 2019, ha previsto la realizzazione di camere di hotel progettate ognuna da un differente architetto, che ha dato sfogo alla sua personale idea di hospitality. Le camere erano visitabili durante i tre giorni della durata della manifestazione fieristica per poi essere smantellate. Una vetrina che richiedeva lavoro e impegno per poi durare poco più di un weekend. «Ma se progettisti e aziende accettano di mettersi in gioco per tre giorni di fiera, perché allora non riproporre il concept in uno showroom permanente ambientato in un hotel che funziona veramente?». Questo il pensiero di Mauro Santinato, presidente di Teamwork, che ha dato l’input per partire. Detto fatto. A settembre 2019 l’immobile viene acquistato e a inizio 2020 partono i lavori. In mezzo il Covid – che è storia ormai nota – ma non ha frenato la voglia di portare a termine un cammino comunque non facile.

«Far lavorare insieme così tanti professionisti non è stato semplice», spiega Marini. «È come se avessimo aperto, contemporaneamente, nove hotel diversi. Tanti quante sono le suite in cui si può soggiornare. Ognuna di queste camere ha una precisa identità, con ambientazione, materiali, dettagli diversi dalle altre». Nove piccoli ecosistemi che non comunicano tra di loro se non per le aree comuni – una lobby, una zona di co-working, una lavanderia e i servizi al piano terra – anch’esse progettate da studi di architettura. Lo scopo? Far diventare Demo una base dove mettere in mostra e sperimentare tutto ciò che riguarda il mondo dell’ospitalità. Si parte dai 14 architetti, che hanno firmato camere e aree comuni, fino alle 94 aziende con cui si è instaurata una partnership. C’è chi si occupa di tecnologia, chi di domotica, altri di letti, bagni, placche elettriche. «Hanno creduto tutti nel nostro progetto. Certo, è stata una scommessa ma abbiamo dimostrato che si può fare». Come detto, nel mese di agosto, dopo neanche due anni di cantiere, c’è stato il taglio del nastro. E subito è esploso il successo: «Il periodo era favorevole, l’estate in generale è andata bene un po’ ovunque, ma un inizio così non era scontato», aggiunge Marini. «Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto e abbiamo avuto la conferma che il prodotto realizzato vale la cifra con cui si posiziona sul mercato: l’utenza ha dimostrato grande curiosità per la validità del progetto».

Il target di clienti? «Misto», risponde Marini. «C’è chi viene per lavoro approfittando della fiera qui vicino, oppure chi trascorre qualche notte con la propria famiglia. Non mancano i turisti stranieri, specialmente svizzeri, tedeschi, austriaci, che hanno risposto fin da subito. Anche in periodi non stagionali: a fine ottobre clienti olandesi sono venuti per fare un giro nella costa adriatica. Infine, c’è anche chi prenota per lavorare, in tal senso lo smart working aiuta: perché tornare a Milano quando alle 18, terminata la giornata, si è due passi dal mare?». Demo sarà poi sempre attivo anche in bassa stagione. Gli eventi e la formazione fornita da Teamwork continuano tutto l’anno, e così la struttura diventa il luogo migliore per rispondere a queste esigenze. Non è, infatti, solo un luogo per turisti ma anche una meta per albergatori. Chi deve iniziare una ristrutturazione, chi deve intervenire sul design o modificare un elemento del proprio hotel trova in Demo un posto dove raccogliere stimoli e in Teamwork un gruppo di professionisti da cui farsi aiutare.

Un capitolo molto importante riguarda l’uso della tecnologia all’interno dell’hotel. Da un lato è una struttura completamente non gestita, per la quale è stato chiesto ai brand utilizzati il massimo delle loro potenzialità. Dall’altro «nei nostri corsi diciamo sempre che il valore del servizio sta nel capitale umano, un hotel sarebbe solo una scatola se non ci fossero persone che lo animano». Contraddittorio? Anche in questo caso i consueti parametri sono stati stravolti. «Sfidando anche le aziende partner, abbiamo delegato alla tecnologia tutti quei lavori che di solito fa un operatore», elenca Marini, «la prenotazione, l’accesso alle carte di credito, le fatture, i pagamenti. Usiamo un sistema telematico/elettronico per cui si può prenotare attraverso web, si riceve un codice, c’è un self check-in e si accede alla camera. In totale autonomia e, potenzialmente, senza avere a che fare con nessuno». Poi, però, accoglienza ed empatia sono tratti distintivi di ciascun albergatore romagnolo e quindi Piero Marini, all’arrivo di un cliente, veste i panni del padrone di casa: «Io sono l’host, do informazioni sulla struttura e racconto al cliente il luogo in cui si trova. Impiego del tempo ma la gente è paziente quando si tratta di cose belle». Non mancano, infine, piccole attenzioni per rendere unico il soggiorno: «È mia premura far trovare in camera una bottiglia di ottimo vino, piuttosto che una brioche appena sfornata del miglior bar di Rimini. Occorre particolare attenzione anche quando ci sono bambini o animali, compleanni o anniversari da festeggiare». Un salto di qualità, anche dal punto di vista culturale: «Chi ci fa visita è sempre incuriosito, nessuno rimane passivo. Che dire, dopo 18 mesi di fatica è ancora meglio di quel che ci immaginavamo», conclude Marini.

NOVE MONDI IN UNO

Nove suite, nove mondi paralleli. Al primo piano c’è la Circle Room, uno spazio fluido senza barriere fisiche, con tendaggi al posto delle porte e ante scorrevoli; e SMOOVE!!, ambientata tra materiali naturali e superfici tecnologiche. Sul secondo piano si aprono le suite Una vita da (A)mare, caratterizzata dai colori mediterranei, Colour Episodes, che si sviluppa su differenti tonalità, e Fragment Hospitality, un’esperienza immersiva giocata sull’elemento fluido dell’acqua. Al terzo piano si trovano Just Like Home, uno spazio multifunzione, Tropicana Club, una storia fatta di divertimento e colore, e Into the cloud, un invito alla leggerezza. Infine, all’ultimo piano c’è la Sea Suite, un’esperienza gratificante che riappacifica con il proprio io in un ambiente fatto di luce, tatto, profumi e colori rassicuranti.

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Un particolare della suite Tropicana Club (foto Flavio Ricci)