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Green Pass: dal 1° settembre obbligatorio per 3,5 milioni di lavoratori

L’analisi della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro sulla normativa: “complessa e contraddittoria, con prescrizioni diverse per clienti e addetti degli stessi servizi e attività”

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Sono 3,5 milioni i lavoratori occupati nei settori in cui vige l’obbligo di Green Pass da mercoledì 1° settembre. Tra autonomi e dipendenti, istruzione e sanità – gli unici in cui sussiste l’obbligo per la forza lavoro ‒ assorbono rispettivamente 1,6 e 1,9 milioni di occupati. Nessuna prescrizione, invece, nel decreto legge 6 agosto 2021 n. 111 è inserita per chi lavora nei trasporti a lunga percorrenza (treni, navi, aerei, autobus): la normativa interessa i soli passeggeri e non gli occupati (quasi 622 mila).

Complessità e contraddittorietà della normativa sul Green Pass che, sottolinea Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nella sua analisi, si è forzatamente riflessa nel dibattito sull’obbligatorietà della vaccinazione nei luoghi di lavoro di quest’estate e, di conseguenza, sul documento richiesto per accedere ad alcuni servizi e attività. Anche nei settori in cui vige l’obbligo di Green Pass per gli “addetti ai lavori”, infatti, le incoerenze non mancano: ad esempio, mentre al personale scolastico è richiesta la certificazione verde e, in caso di violazione, la sanzione prevede la sospensione del rapporto di lavoro senza retribuzione dopo il quinto giorno di assenza per mancanza del Green Pass, per gli alunni, fino alle superiori, non sussiste alcun obbligo.

Diversi sono invece i casi della ristorazione e dei trasporti, dove all’obbligo imposto ai clienti, non ne corrisponde alcuno per i lavoratori. Nei trasporti, dove è prevista la certificazione verde per ora su aerei, navi e treni a lunga percorrenza, si attende un intervento anche sui lavoratori: la platea degli obbligati potrebbe includere i quasi 622 mila occupati nel settore dei servizi di trasporto aerei, ferroviari, terrestri e marittimi. Nella ristorazione, come noto, l’obbligo esiste da tempo, per i clienti che pranzano al chiuso, ma non per camerieri, cuochi, responsabili di sala al lavoro. Anomala è anche la differenza con le strutture ricettive, dove al contrario non è previsto alcun obbligo di certificato verde, nemmeno per i clienti. Nel caso in cui si dovesse provvedere a disciplinare anche l’obbligatorietà per gli occupati di entrambi i settori, sarebbero interessati 1,3 milioni di lavoratori, tra dipendenti e autonomi.

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